‘Maps to the Stars’ di David Cronenberg. La recensione
Il cinema di Cronenberg non è mai rassicurante e indolore per lo spettatore. Con Maps to the stars, il regista canadese raggiunge un livello di emulazione della realtà così perfetto da sembrare un documentarista, fino a un livello di cinema che non è più tale
Maps to the Stars, è un film drammatico del 2014 diretto da David Cronenberg, con protagonisti Julianne Moore, John Cusack, Mia Wasikowska e Robert Pattinson. Il film ha partecipato in concorso alla 67ª edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto il Prix d’interprétation féminine per l’interpretazione di Julianne Moore. Maps to the Stars è il secondo film in cui Cronenberg collabora con Robert Pattinson, dopo Cosmopolis, e con Sarah Gadon, dopo A Dangerous Method. È inoltre il terzo film del regista canadese insieme alla Prospero Pictures, la quale aveva già prodotto A Dangerous Method e Cosmopolis.
Sinossi
La famiglia Weiss ha fatto dell’ossessione per la celebrità il proprio marchio distintivo. Il tredicenne figlio Benjie (Evan Bird) è una star della tv ed è finito recentemente in riabilitazione per droga, mentre l’estraniata figlia Agatha (Mia Wasikowska) è appena uscita da un ospedale psichiatrico quando stringe amicizia con l’autista di limousine Jerome (Robert Pattinson), anch’egli aspirante attore. Il padre Sanford (John Cusack) è un famoso guru e tra i suoi clienti ha Havana Segrand (Julianne Moore), un’attrice il cui sogno di interpretare il ruolo della madre morta, anche lei famosa attrice, in un nuovo film si sbriciola lentamente mentre fantasmi, morte e vizi prendono il sopravvento.
Il cinema di Cronenberg non è mai rassicurante e indolore per lo spettatore, il quale viene costantemente messo di fronte alle bassezze più nefande del genere umano. In questo caso quelle che il regista vuole fornire al suo pubblico sono, come testimonia il titolo, delle vere e proprie mappe di decodificazione delle stelle. Non, però, quelle splendenti del firmamento, ma le marce e decadenti del mondo dello spettacolo. E lo fa con il solito sguardo disincantato, ma non per questo meno affascinante.
Maps to the stars è un film-nevrosi, il quale, prima ancora che sulla trama, si basa sulla forza dei suoi personaggi: tutti squallidi e tutti malati fino al midollo di successo e di denaro. Tutti tranne Aghata (la rivelazione Mia Wasikowska), che è infatti il deus ex machina della vicenda, la quale sconvolge il già precario equilibrio delle vite dei vari comprimari che si avvicendano sulla scena, portandoli a confronto con i loro fantasmi nascosti.
Con spietato e crudo realismo Cronenberg viviseziona la Hollywood contemporanea attraverso lo sguardo della protagonista, analizzando le tipiche figure moderne che la popolano, emblema di un progressivo ed inarrestabile decadimento morale: il guru delle celebrities (un magnetico John Cusack), la giovane star ossessionata dal successo, l’aspirante sceneggiatore (Pattinson, promosso da passeggero a guidatore di limousine) e l’attrice in declino perversa e psicotica (Julianne Moore, la vera stella splendente del film). Il tutto senza enfatizzare o edulcorare nulla, bensì presentando la cruda e dura situazione. Con Maps to the stars, il regista canadese raggiunge un livello di emulazione della realtà così perfetto da sembrare un documentarista, fino a un livello di cinema che non è più tale.
Anno: 2014
Durata: 111'
Distribuzione: Adler Entertainment
Genere: Drammatico
Nazionalita: Canada, USA
Regia: David Cronenberg
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