Non di frequente capita di vedere un film curato dal punto di vista formale quanto Agnus Dei (Les innocentes) di Anne Fontaine, pellicola che, oltre a metterci a conoscenza di un orribile episodio verificatosi in Polonia durante la seconda guerra mondiale ai danni di alcune suore all’interno di un monastero, costituisce una superba esperienza visiva. La fotografia, virata verso i colori del grigio e del blu, le inquadrature rigorose che indugiano sui volti delle protagoniste, rovistando tra le pieghe delle loro anime, il montaggio essenziale, l’ambientazione austera e le interpretazioni intense e toccanti: ogni componente filmica è di assoluto valore, e, dunque, il risultato complessivo è ottimo.
Sinossi di Agnus Dei
Tratto da una storia realmente accaduta, quella che vide alcuni soldati russi penetrare all’interno di un luogo sacro per violentare alcune inermi religiose, di cui sette poi rimasero scandalosamente incinte, Agnus Dei mette lo spettatore di fronte al logorante conflitto morale vissuto da chi, avendo subito il peggiore degli abusi, aggravato dalla circostanza della profanazione, vide calpestare la propria dignità, senza sapere come reagire sul piano umano e pratico.
Solo il ‘provvidenziale’ – è proprio il caso di dire – intervento di una giovane dottoressa della Croce Rossa Francese di stanza in Polonia, Mathilde Beaulieu (la brava e bella Lou de Laâge, già vista ne L’attesa di Piero Messina) contenne i devastanti effetti di quella tragica vicenda, laddove la donna fornì un prezioso aiuto a quelle vittime, spronandole a spostare l’asse della loro attenzione dalla necessità di occultare quanto accaduto a quella di preservare le vite dei nascituri. Mathilde, non senza trovare diversi ostacoli proprio all’interno dell’austero convento, in cui la badessa, tentando di estirpare ogni traccia del nefasto evento, commise degli atroci delitti, alla fine riuscì a far penetrare un po’ di sano realismo, allentando la severità religiosa delle suore.
Alcune considerazioni
Colpisce la padronanza del mezzo cinematografico di Anne Fontaine, la quale riesce a catapultarci indietro nel tempo in maniera assai efficace, ricostruendo molto fedelmente lo scenario di un periodo ancora confuso, giacché la messa in scena è datata Dicembre 1945, ossia appena dopo la fine del conflitto. E ancor di più spicca la capacità della regista di dirigere le attrici, che davvero regalano delle prove che difficilmente si riescono a dimenticare.
Un film che colpisce dritto al cuore e che non potrà in alcun modo lasciarvi indifferenti.