Era il 1973 quando la Nippon Animation produsse una serie animata tratta dai romanzi della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery con il titolo Anna dai Capelli rossi. Come molti ricordano, protagonista era Anna Shirley, una povera orfana adottata da Matthew e Marilla Cuthberth, una coppia di fratelli che vive insieme nella tenuta di Green Grables.
Per gli amanti del personaggio e non solo, Netflix ha deciso di distribuire una serie televisiva, che in Italia è in onda sulla piattaforma streaming a partire dal 12 Maggio, dal titolo Chiamatemi Anna. Ritroviamo quindi la piccola orfana, interpretata magistralmente dalla quattordicenne canadese Amybeth McNulty, al suo debutto, e scelta tra ben 1800 candidate al ruolo anche per la straordinaria somiglianza fisica, che dà al personaggio di Anna un nuovo spessore psicologico, rendendola sensibile e fantasiosa come siamo abituati a conoscerla, ma anche una personalità forte e coraggiosa, segnata dalle avversità della vita.
Uno dei motivi di interesse per questa serie è sicuramente la ricchezza narrativa data dai flashback del passato di Anna, che mostrano quanto abbia sofferto a causa dell’abbandono e per i maltrattamenti subiti dalle varie famiglie affidatarie. Ma quello di Anna non è il solo personaggio a subire cambiamenti: infatti anche Matthew e Marilla ci appaiono molto più umani e bisognosi d’amore e anche loro hanno avuto un passato burrascoso per la perdita del loro fratello maggiore. Ma non si può parlare di una vera svolta drammatica nel racconto perché grande è l’importanza data ai momenti comici, dovuti soprattutto al carattere stravagante della protagonista. Come si noterà la sceneggiatrice Moira Walley-Beckett (autrice di Breaking Bad), ha inserito nella trama un’impronta del tutto femminista che avvolge l’ambientazione alto-borghese e bigotta del racconto; anche le riflessioni dei personaggi ne prendono parte, trattando temi come il ruolo più adeguato per una donna, oppure in riferimento a quanto sia importante lasciarsi trasportare dai sentimenti. La splendida fotografia e i sottofondi musicali fanno il resto
Insomma, le premesse per un grande successo ci sono tutte e si può sperare in una seconda stagione dato che gli argomenti da trattare sono molti, come molti sono i lati del carattere da esplorare in una personalità complessa come quella di Anna.