Billions, la serie tv arrivata in Italia su Sky Atlantic a metà 2016, è la storia della lotta tra un procuratore distrettuale e uno speculatore finanziario. Non c’è nessun buono e nessun cattivo e il bene e il male spesso si confondono.
New York City. Chuck Rhoades (Paul Giamatti) è un procuratore distrettuale in odore di poltrona da sindaco. Ha già perseguito con successo reati finanziari e che tenta a tutti i costi di incastrare Bobby “Axe” Axelrod (Damian Lewis), proprietario della Axe Capital, società di hedge funds, e di incriminarlo per insider trading, ovvero il reato di manipolazione del mercato commesso da chi vuole trarne profitto attraverso l’utilizzo di informazioni confidenziali relative alle società quotate in Borsa.
No, non siamo nella Wall Street degli anni Ottanta di Gordon Gekko, anche se il personaggio di Bobby Axelrod è stato in parte ispirato dallo “scalatore di società” Ivan Boesky, a cui si ispirò anche Oliver Stone per costruire il personaggio di Gekko. La serie tv statunitense di Showtime, in Italia in onda su Sky Atlantic, è ambientata ai nostri giorni.
Sono passati otto anni dallo scandalo dei mutui subprime: mutui che erano stati concessi con molta facilità per intascare immediatamente interessi e commissioni; mutui poi venduti dalle banche che li avevano concessi a tante società finanziarie che li hanno inseriti in prodotti di investimento, girando il rischio di insolvenza sui risparmiatori che hanno poi sottoscritto quegli stessi prodotti: “nessuno ha fatto fuori un gigante all’indomani del crollo del 2008, forse qualche broker di mutui è stato gambizzato. Con Axe è il colpo grosso per tutti noi.” Chuck Rhoades vuole riaprire le ferite di Wall Street (e dell’America) e disinfettarle. E nel farlo, dovrà affrontare anche le sue di ferite aperte.
E di anni ne sono passati anche quindici dall’attentato alle Twin Towers. Bobby Axelrod quell’11 settembre non era in ufficio, in una delle Torri. Era dai suoi avvocati per patteggiare la sua liquidazione dopo che la società di investimenti per cui lavorava l’aveva buttato fuori perché le sue operazioni erano al limite dell’illegalità.
Era il 2001, all’indomani della bolla speculativa della new economy, il periodo in cui piccole società create dal nulla e con un capitale sociale minimo venivano ammesse sul mercato e raggiungevano quotazioni a peso d’oro grazie all’euforia generalizzata che si costruì intorno alle nuove tecnologie. Abituato a intuire guadagni in ogni situazione, dopo il primo schianto, Axe specula a ribasso sulle compagnie aeree nelle Borse europee, poi scommette su alberghi americani e compagnie marittime; tutto questo mentre sta avvenendo il secondo schianto e mentre i suoi colleghi stanno morendo.
Bobby “Axe” Axelrod è nato povero. “Da giovane pensavo a diventare ricco e a pareggiare i conti”. Ricco ci è diventato, e anche molto di più e pareggiare i conti per lui vuol dire colpire quella élite di privilegiati, quelli nati con una rete di protezione che a lui invece non è stata concessa, quelli a cui portava le mazze da golf sul green quando era ragazzo, ben sapendo che un giorno si sarebbe preso la sua rivincita. Manipola il mercato così come riesce a manipolare tutte le leggende su di lui, costruendosi un consenso e una reputazione pubblica contro cui Chuck Rhoades può fare molto poco, causandogli non poche frustrazioni.
Il procuratore Chuck Rhoades è nato con la camicia. Suo padre (Jeffrey DeMunn) è uno “stimato rialzista”, proprietario di immobili e speculatore che per il figlio aveva (e forse ancora ha) ambiziosi piani politici, probabilmente necessari alla copertura di certi suoi affari. Ma l’ascesa politica di Chuck venne frenata anni prima da un incendio in uno dei condomini di proprietà di suo padre e questa cosa non avrebbe aiutato la carriera del giovane Rhoades.
Chuck ha studiato nelle migliori scuole, le stesse dove aveva studiato suo padre, e dove ora studiano i suoi figli. E a pagare le costosissime rette scolastiche sono proprio i soldi della Axe Capital. La moglie di Chuck, Wendy (Maggie Siff) è la consulente prestazionale della società di Bobby, o meglio, performance coach: prende i broker che non riescono più a fare soldi, li smonta pezzo per pezzo, e li ricostruisce rendendoli di nuovo una macchina pronta per uccidere.
L’anima della serie tv Showtime, la cui seconda serie è andata in onda in Italia su Sky Atlantic a partire dalla scorso febbraio, sembra essere la forte ambiguità che caratterizza tutti i suoi personaggi.
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