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‘Aglien’: la geniale parodia del celebre film di Ridley Scott

Quel toscanaccio di Andrea Camerini, fatalmente segnato dall’esperienza cinematografica dell’Alien di Ridley Scott, ha un’illuminazione e realizza un piccolo capolavoro di comicità, parodiando genialmente uno dei più grandi riferimenti dell’iconografia contemporanea

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Quel toscanaccio di Andrea Camerini, fatalmente segnato dall’esperienza cinematografica dell’Alien di Ridley Scott, ha un’illuminazione e realizza Aglien, un piccolo capolavoro di comicità, parodiando genialmente uno dei più grandi riferimenti dell’iconografia contemporanea.

La nascita della parodia

Pensare di riprodurre, seppur con toni umoristici, un kolossal di dimensione abnormi come il film del 1979, utilizzando materiali di fortuna, di scarto, abilmente riciclati, testimonia una vena creativa portentosa, da cui è scaturito un oggetto misterioso che sta ricevendo consensi ovunque, conquistando perfino Hollywood, laddove Aglien, nato come web serie a puntate, ha fatto incetta di premi al Los Angeles Web Series Festival del 2013.

La parodia, non ci si deve ingannare su questo punto, è una delle più alte forme di rappresentazione, giacché la dissacrazione di un mito, o di ciò che in generale è ritenuto possedere un valore indiscutibile, riformula con inusitata immediatezza l’ordine simbolico, costringendoci, con la persuasione del gioco, a mutare le usuali prospettive in cui siamo soliti installarci.

Ecco allora che Aglien, al di là dell’effettiva forza comica, che può più o meno piacere – il demenziale non è una pietanza commestibile per tutti -, costituisce un’altra, interessante variante di un genere che, specialmente in Italia, non ha mai avuto un particolare sviluppo, e che invece meriterebbe di diffondersi sempre più, proprio per quel dirompente effetto che provoca, che impone di interrogarci di nuovo su ciò che è ritenuto al di sopra di ogni discussione, agevolando, si perdoni l’iperbole, una trasfigurazione. Non staremo qui a elencare le parentele illustri del film di Camerini, ma è ormai assodato che, lungi dall’essere solo un divertissement gratuito, la parodia possieda una forza straordinaria che, probabilmente, dev’essere ancora interpretata fino in fondo.

Tutta la forza umoristica di Aglien

Diverte ancora di più questo piccolo cult movie se si pensa, per esempio, a quanto il filosofo sloveno Slavoj Žižek abbia pontificato sul celebre film di Ridley Scott: è nota ormai la sua associazione dello xenomorfo (la Cosa venuta dallo spazio) all’emersione del Reale traumatico, a quella lamella (la cosa ‘non morta’, il ‘surplus di godimento’) che insiste, e che non si fa sussumere all’interno di un ordine simbolico. Vedere in Aglien la terribile creatura desinare con un paio di membri dell’equipaggio acquisisce, dunque, in virtù del contrasto che genera con le suddette speculazioni, una forza umoristica notevolissima, che ridicolizza, con la semplicità e l’immediatezza della demenzialità una certa logica che intravede nell’irruzione (il ‘significante che marchia’) una iattura inevitabile cui siamo fatalmente esposti.

Chi scrive, invece, è persuaso dal credere che l’ordine simbolico non possa essere drammaticamente invaso da qualcosa che lo scompagini, piuttosto sia suscettibile di trasfigurazioni che lo riformulino, svelando nuovi ed entusiasmanti orizzonti.

Molto più di un bizzarro exploit, quindi, Aglien di Andrea Camerini è un interessantissimo caso cinematografico, degno della più viva attenzione. Per questo ve ne consigliamo caldamente la visione.

Recensione di Luca Biscontini

 

 

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