Alì, un film del 2001 diretto da Michael Mann e interpretato da Will Smith.
Cassius Marcellus non è uno studente modello e giovanissimo abbandona la scuola. La vita di strada è dura e il giovane Cassius se ne accorge subito. Sconvolto per aver subito il furto della bicicletta si rivolge a un poliziotto che, a tempo perso, fa l’allenatore di boxe. È sul quadrato che Cassius scopre di avere un talento naturale per combattere. Arriva il 1964. Cassius affronta da campione olimpico Sonny Liston e vince. Nel frattempo in America scoppiano le tensioni razziali e Cassius, affascinato dalle teorie di Malcolm X, abbraccia l’Islam cambia nome diventando Muhammad Alì.
Dieci anni della vita di Muhammad Alì, ex campione del mondo dei pesi massimi, dalla clamorosa e inaspettata conquista del titolo contro Sonny Liston, allo storico incontro The Rumble in the Jungle contro George Foreman, passando per l’amicizia con Malcolm X e l’adesione all’Islam. Un biopic dal respiro ampissimo, che scavalca i confini della biografia classica e riesce quasi ad essere il manifesto di un’intera generazione. Inutile parlare troppo di tecnica registica perché sappiamo tutti che Mann è un vero maestro ma non si possono non citare i primi 10 minuti di questo film che rasentano la perfezione. Tutti gli incontri sul ring sono un concentrato di ritmo e di eleganza e la scena della corsa di Alì tra la gente nel villaggio africano sopra le note di Tomorrow di Salif Keita è tra le più potenti che si siano mai viste.
Se esisteva al mondo un regista capace di rendere in pieno la vita di quel fenomenale, fantastico personaggio che è stato Cassius Clay/Muhammad Alì questo era certamente Michael Mann. E infatti Alì è non solo un ritratto fedele del grande pugile (e dell’altrettanto grande, seppur controverso uomo), ma anche un viaggio negli eventi salienti della storia americana dei circa dieci anni a cavallo fra i ’60 e i ’70. Le scene di incontri di pugilato poi, delle quali non si abusa (trappola nella quale cadono moltissimi registi al misurarsi con film a tema sportivo) sono rese da Mann col suo solito eccezionale occhio e perfetto senso del tempo. Un po’ sopra le righe Will Smith, ma forse – considerato chi era Alì – era proprio quel che serviva al film.