Le rupi del vino (Festival di Roma 2009 Sezione Extra)
Seguendo le suggestioni evocate dalle pagine di Mario Soldati, Olmi, sempre più prolifico, ci conduce nelle meravigliose terre della Valtellina, tracciando un itinerario cultural-eno-gastronomico davvero affascinante.
Seguendo le suggestioni evocate dalle pagine di Mario Soldati, Olmi, sempre più prolifico, ci conduce nelle meravigliose terre della Valtellina, tracciando un itinerario cultural-eno-gastronomico davvero affascinante. Paesaggi di cristallina bellezza, siti incontaminati e, soprattutto, l’ottimo vino valtellinese, di centenaria tradizione. Le riprese panoramiche dall’alto restituiscono lo splendore delle terrazze in muratura, realizzate artigianalmente sulle colline, dove vengono amorevolmente alloggiati i filari di vite, nell’attesa della successiva vendemmia.
Diversi sono i riferimenti storici cui ricorre Olmi, e tutte le fonti citate divengono flusso di voce che accompagna, come una musica, lo scorrere delle immagini. Il realismo bucolico di Olmi risente di una religiosità contadina assai radicata, variante terrena della dottrina dell’Apostolica Santa Romana Chiesa. E, seppur distante dal misticismo naturalista del regista, chi scrive non ha potuto sottrarsi allo splendore della semplicità del gesto contadino, del tempo ritrovato nell’essenzialità, del ritorno all’origine.
Olmi, in coda, dice: “La mia non è nostalgia per il passato, perché tuttora vivo queste emozioni”, e gli crediamo, perché l’occhio si è riempito di tanta bellezza da sentire il bisogno d’inumidirsi.