Fernando Botero è uno dei pittori contemporanei più famosi di tutti i tempi. Di origine colombiana, nato a Medelin nel 1932, riesce ad esporre la sua prima mostra d’arte già all’età di 16 anni, ostentando uno stile pittorico molto particolare che ricalca non soltanto i colori della sua terra d’origine, ma anche le atmosfere fantastiche che sempre permeeranno le sue opere.
Dopo aver viaggiato per l’Europa e studiato i lavori degli artisti rinascimentali, Botero si trasferisce in Messico dove comincia a lavorare con il volume delle forme, rimanendo affascinato dai risultati della sua massima dilatazione. Le sue opere iniziano a diventare innovative ma non avanguardistiche, tanto che il pubblico non ne rimarrà sempre piacevolmente colpito.
Costretto a lasciare il paese in misere condizioni economiche, Botero continua a scolpire e a dipingere, plasmando i suoi personaggi come protagonisti nostalgici di dimensioni oniriche e fiabesche che appartengono a un passato ormai lontano. Ritenendo che dipingere sia una necessità interiore che si riversa nell’utilizzo del colore senza sfumature, eccessi e contorni, i protagonisti dei suoi lavori non lasciano trasparire emozioni né stati d’animo: sembrano piuttosto persi nel vuoto in una dimensione senza tempo. Sono giocolieri, ballerine, vescovi, amanti e famiglie della nostra quotidianità, catturati dallo sguardo attento ma distaccato di un uomo che vuole esaltare soltanto le forme, senza emettere giudizi. Non c’è malizia, infatti, nelle pose plastiche di questi uomini e donne, c’è soltanto la dolcezza delle loro morbide forme. Lo stesso Botero dichiara in proposito “Credo molto nel volume, in questa sensualità che nella pittura suscita piacere allo sguardo. Un quadro è un ritmo di volumi colorati dove l’immagine assume il ruolo di pretesto”.
Il Complesso del Vittoriano di Roma ospita nell’Ala Brasini la prima grande mostra italiana dedicata all’artista, in un percorso di oltre 50 opere realizzate tra il 1958 e il 2016 e promosse dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio della Regione Lazio e dell’Ambasciata di Colombia in Italia. Organizzata e co-prodotta da Gruppo Arthemisia e MondoMostreSkira, l’esposizione è curata da Rudy Chiappini in stretta collaborazione con l’artista, che inaugura l’evento dichiarando: “Nell’arte il segreto per crescere è confrontarsi. Un’esposizione in un museo è una opportunità per confrontare un’opera con un’altra che è sempre la migliore lezione di pittura. Occorrono occhi freschi, liberi da ogni pregiudizio. Fortunatamente l’arte ha una grande dote, quella di essere inesauribile. È un processo senza fine, nel quale non si smette mai di imparare”.
Martina Calcabrini