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Noi eravamo di Leonardo Tiberi: un nuovo, entusiasmante modo di raccontare la Storia

Distribuito da Istituto Luce, Noi eravamo sarà nelle sale italiane il 22, 23 e 24 Maggio. Vi consigliamo di non lasciarvi sfuggire l’occasione di rivivere in maniera pulsante la Storia, come non l’avete mai vista prima

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Noi eravamo di Leonardo Tiberi:  un nuovo, entusiasmante modo di raccontare la storia. Tiberi ha all’attivo una ricca filmografia, che va dalla fine degli anni ’60 fino ad oggi, in cui, tra le altre cose, è stato direttore editoriale dell’Istituto Luce. Disponibile su Chili.

Noi eravamo: l’esperienza del regista

La grande esperienza accumulata gli ha consentito di sviluppare un proprio, originale approccio al materiale d’archivio, che in Noi eravamo maneggia in maniera esemplare. Riesce a superare la soglia del documentario (e anche quella del mockumentary), per giungere a un’inedita ed entusiasmante modalità di relazionarsi alla Storia. Si, perché Noi eravamo affronta un periodo che va dal 1918, ultimo anno della Prima Guerra Mondiale, al 1933. Anno in cui un’orgogliosa flotta di aerei italiani, attraversando l’immenso Oceano, giungeva a New York. Protagonista delle vicende narrate è Fiorello La Guardia, il quale venne in Italia dall’America per pilotare i mitici aerei Caproni, un’eccellenza dell’industria bellica nazionale. La Guardia, com’è noto, diventò in seguito l’indimenticabile sindaco di New York. L’Italia, a fianco di Francia, Inghilterra e, per l’appunto, Stati Uniti, che diedero un decisivo apporto, riuscì a spuntarla sull’Austria e la Germania, uscendo dal conflitto in qualità di Paese vincitore.

Noi eravamo: la regia

Ciò che costituisce il lato straordinario del film di Tiberi è l’aver attualizzato, attraverso un raffinato e complesso procedimento, i vari filmati d’epoca. Questi  giustapposti alla ricostruzione successiva integrano in maniera assai fluida la narrazione. Grazie alla colorazione delle pellicole, eseguita con criterio e grande documentazione, nonché un lavoro di riduzione della velocità eccessiva con cui siamo soliti fruire delle testimonianze cinematografiche del passato, il regista è riuscito nell’impresa di creare una sorta d’indiscernibilità tra materiale di repertorio e quello di finzione, laddove le riprese dal vero delle scene di guerra si fondono, grazie alla suddetta operazione, in maniera quasi non più percepibile con il girato di fiction. Si crea un vero flusso narrativo e due temporalità vengono mostrate allo spettatore. Il tempo cronologico e quello emotivo (la durata bergsoniana), che non stridono tra loro, in quanto giustapposti in maniera fusionale.

La rappresentazione della storia

Della Storia, allora, viene colto il movimento, il divenire, scampando così, finalmente, il tipico atteggiamento ‘monumentalizzante’ (e anche retorico) che di solito caratterizza le operazioni cinematografiche che si confrontano con la narrazione dei fatti del passato. Viene cortocircuitata la staticità della rappresentazione cinematografica, che, in tal modo, ‘retrocede alla presentazione’, a quel momento che precede la fissazione in un ordine simbolico. I cuori dei giovani uomini impegnati in quegli scenari di guerra, in condizioni davvero insostenibili, tornano a palpitare, possiamo sentirne il battito.  La distanza che usualmente si crea con gli eventi appartenenti a un tempo così remoto si annulla: lo spettatore riesce davvero a partecipare al dolore, la sofferenza e la fatica patiti da chi dedicò tutte le proprie energie alla causa della patria.

Dopo Fango e gloria, Noi eravamo prosegue il percorso intrapreso da Tiberi, e con il prossimo film che già è in fase di ideazione formerà una trilogia sulle forze armate dell’esercito italiano. Distribuito da Istituto Luce, Noi eravamo sarà nelle sale italiane il 22, 23 e 24 Maggio. Vi consigliamo di non lasciarvi sfuggire l’occasione di rivivere in maniera pulsante la Storia, come non l’avete mai vista prima.

Luca Biscontini

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