Miss Sloane è attualmente disponibile su Tim Vision e RaiPlay.
Prima di Ulysses S.Grant, diciottesimo presidente degli Stati Uniti d’America, nessuno aveva mai utilizzato il termine “lobbismo”. Egli lo coniò per indicare la pratica con cui alcune persone riuscivano nei modi più disparati a convincere i politici a cambiare repentinamente opinione in merito a una proposta di legge. Miss Sloane, ultimo lavoro di John Madden, autore del carismatico Shakespeare in love, riflette proprio su questa controversa abilità, basata sulla mistica fusione tra scaltrezza, intelligenza e retorica. La protagonista, infatti, un’abile e istrionica Jessica Chastain, sembra incarnare tutti principi ciceroniani necessari a divenire un oratore perfetto, sempre pronto a sorprendere e a commuovere la platea per convincerla della validità delle proprie idee.
Miss Sloane: la recensione
Nonostante le buone premesse, però, la pellicola perde subito ritmo e verve: non costruisce l’escalation di una moderna Erin Brockovich, ma preferisce dissacrare crudelmente una donna in carriera, troppo egoista ed egocentrica per sposare davvero le cause che sponsorizza. Il suo unico interesse, infatti, è quello di vincere casi impossibili per dimostrare prima a se stessa e poi agli altri, di essere sempre la più forte. Per questo motivo, preferisce il sesso a pagamento all’amore, la droga alla salute, il lavoro alla vita. In questo modo, la sua brama di potere, vorace, avida e cupida, finisce per divorarla dall’interno, cellula dopo cellula, fino a rivelarne tutta la corruzione fisica e morale.
In un processo osmotico, rapido e deleterio, Miss Sloane si rivela ben presto una vera e propria arena di politici in cui non vi è violenza fisica perché l’aggressività più spietata consiste nel prevedere le mosse dell’avversario per anticiparlo e distruggerlo psicologicamente senza pietà. Critica, disincantata e impietosa, la pellicola diviene una satira politica dissacrante e dissacratoria che non perdona nessuno, che distrugge, forse, per ricostruire e che accusa per far chiedere redenzione, chiedendola a sua volta. Poco importa, comunque, ormai il dado è tratto e non sembra esserci alcuna possibilità di giocare secondo le regole, dal momento che non ce ne sono mai state.
Martina Calcabrini