Il grande Lebowski è un film del 1998 diretto da Joel Coen e prodotto dal fratello Ethan. Caratterizzato dalla loro singolare regia e da un cast molto ricco che comprende Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi, Julianne Moore e John Turturro, il film inizialmente fu un insuccesso al botteghino, e ricevette giudizi contrastanti da parte dei critici. Tuttavia, negli anni successivi, fu rivalutato positivamente dalla critica e divenne un vero e proprio cult. Nel 2014 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
La trama de Il grande Lebowski
Due sicari irrompono nell’appartamento di Jeff Lebowski credendo di avere a che fare con l’omonimo e famoso miliardario, peccato che Dude, così lo chiamano gli amici, sia disoccupato, senza pensieri e totalmente immerso nel mito degli anni Settanta. Il primo errore che Dude commette è di andare a far visita al suo ricco omonimo nella speranza di ottenere la sostituzione del tappeto che i killer gli hanno macchiato.
La recensione
Come già successo con Blood Simple e Fargo, i fratelli Coen giocano col noir svuotandolo dei suoi principali contenuti fenomenologici, facendo del caso l’elemento che scompagina i piani di mascalzoni improvvisati e che ammanta di surreale assurdità le loro malsane intenzioni.
Ne Il grande Lebowski funge anche da collante che lega persone e mondi tra loro lontanissimi e rispetto ai capitalisti faccendieri fintamente filantropi, la simpatia dei fratelli del Minneapolis va tutta verso queste simpatiche canaglie che si ritrovano senza volerlo a partecipare a una di quelle ipocrite farse della società dei ricchi.
La rivoluzione è fallita, gli sbandati hanno perso
Tuona furente il signor Lebowski all’inerme Dude Lebowski. Che sarà pure un fallito perdigiorno ma è l’unico a cui i Coen attribuiscono un’umanità coerentemente figlia del suo disincanto.
Un film cult
Il grande Lebowski è un film di culto ormai, degli anni novanta e non solo, con una galleria di personaggi che col tempo si sono impressi nell’immaginario collettivo (Jesus Qintana e il gruppo di Nichilisti sono ormai “leggenda”), sequenze da antologia (i sogni di Dude Lebowski coreografati come dei musical) e dialoghi irresistibili (“Questo non è il Vietnam ! E’ il bowling, ci sono delle regole !” dice Walter a Dude durante una partita, oppure “Di cosa ti occupi nel tempo libero ? chiede Maude, “Mah, delle solite cose. Bowling, un giro in macchina, un trip d’acido quando capita….”, risponde Dude)