A quattro anni da Le streghe di Salem (2012), ci risponde Rob Zombie attraverso il suo primo lungometraggio concepito ricorrendo al sistema del crowdfunding: 31 (2016), il cui titolo fa riferimento alla notte di Halloween.
Perché, in seguito ad un già violento prologo in bianco e nero, è il 31 Ottobre del 1976 che si svolge la oltre ora e quaranta di visione incentrata su cinque giostrai che, comprendenti Charly alias Sheri Moon Zombie, vengono improvvisamente rapiti e tenuti in ostaggio in un remoto e infernale edificio industriale.
Edificio in cui, sulla scia di survival movie a base di caccia all’uomo quali il super classico La pericolosa partita (1932) di Irving Pichel ed Ernest B. Schoedsack e lo schwarzeneggeriano L’implacabile (1987) di Paul Michael Glaser, sono costretti a partecipare ad un folle gioco che li vuole impegnati a sopravvivere dodici ore contro una banda di piuttosto bizzarri maniaci e serial killer.
Maniaci spazianti da un nano nazista a due gemelli armati di motoseghe; man mano che, tra una decapitazione, feroci coltellate al torace ed una mazza chiodata pronta a fare il proprio dovere, il respiro generale non si discosta affatto da quello di uno slasher.
Perché è in particolar modo la varietà delle sanguinolente uccisioni che tende a privilegiare l’insieme, comprendente nel cast Tracey”Batman”Walter, la Meg Foster di Essi vivono (1988) e il mitico Malcolm McDowell e che, infarcito di evidente attacco alla apparentemente linda facciata della borghesia e quasi del tutto girato in interni, guarda, come di consueto, alla celluloide sporca e cattiva risalente agli anni Settanta.
Aspetto tutt’altro che nuovo per l’autore de La casa del diavolo (2005), che, tra immancabili echi da Non aprite quella porta (1974) e musiche proto-John Carpenter, trova anche il tempo di dispensare una selvaggia copula consumata mentre una tv accesa trasmette Nosferatu – Il vampiro (1922) di F.W. Murnau.
Con sezione extra rappresentata dal trailer italiano e da diciassette minuti in cui – tra interviste e conferenze – prendono la parola il regista e la citata compagna Sheri, lo rende disponibile Koch Media in una limited edition blu-ray che, oltre ad un interessante booklet, include nella confezione sette colorate card da collezione.
Racchiuso in custodia amaray inserita in slipcase cartonato, lo rende disponibile all’interno della propria collana Midnight Factory, che, interessata alla produzione horror thriller e fantasy, sempre in edizione limitata lancia nel mercato dell’home video tricolore in alta definizione un altro inedito cinematografico: Il passo del diavolo (2013), atipico esperimento a basso costo per il finlandese Renny Harlin che ha diretto, tra gli altri, Nightmare 4 – Il non risveglio (1988) e Die hard 2 – 58 minuti per morire (1990).
Infatti, lontano da budget stratosferici e spettacolarità a suon di elaborati effetti visivi, il cineasta guarda in parte, stavolta, al pov, ricorrendo ad abbondanza di camera a spalla nel raccontare una vicenda ispirata ad un fatto realmente accaduto e conosciuto con il nome di Incidente del passo Djatlov.
Fatto risalente alla fine degli anni Cinquanta, quando nove turisti in escursione sui Monti Urali, in Russia, trovarono la morte per cause mai precisamente accertate, ma, con ogni probabilità, fuori dall’ordinario, come possono suggerire le strane condizioni in cui versarono i cadaveri.
Fatto che basta allo sceneggiatore Vikram Weet e a colui che ci ha regalato Cliffhanger – L’ultima sfida (1993) per mettere in piedi l’avventura da brivido di cinque studiosi che, appunto, ai giorni nostri decidono di ripercorrere le orme della sventurata spedizione e raggiungono la cosiddetta “montagna dei morti”, dove si confrontano obbligatoriamente con inspiegabili fenomeni.
E sono una valanga digitalmente concepita e poco raccomandabili soldati russi in agguato a spezzare la lunga attesa dominata dalle bianche distese innevate e dalla continua sensazione che qualcuno (o qualcosa?) balzi fuori da un momento all’altro per mietere vittime.
Fino all’arrivo in una miniera e con qualche similitudine nei confronti di The descent – Discesa nelle tenebre (2005) di Neil Marshall e delle mostruose creature che vide impegnate a massacrare la tranquilla escursione di alcune speleologhe.
Senza aggiungere altro, in modo da non rovinare le ulteriori sorprese riservate da un titolo i cui contenuti speciali sono rappresentati da trailer italiano, nove minuti di dietro le quinte, ventinove in cui Harlin racconta la sua carriera e dodici nei quali introduce il film presso l’edizione 2013 del NIFFF, festival del cinema fantastico di Neuchâtel.
Inoltre, anche in questo caso un booklet vi attende nella confezione.