Sinossi
Stilitano è un uomo di mezza età, che dopo aver trascorso gli ultimi 3 anni della sua vita in prigione, ha un’altra possibilità. Rilasciato con l’obbligo di firma, deve ricostruire una vita distrutta dalla crisi economica e da trascorsi illeciti. Fuori, nel frattempo, tutto è cambiato: ciò che ricordava del Belpaese è solo un lontano ricordo. Tutti cercano di fuggire per raggiungere Taranto e approdare nella più prospera Albania. Con in tasca un consistente bottino e la volontà di lasciare tutto alle spalle, Stilitano comincia un viaggio che solo all’apparenza sembra cominciare male e finire peggio
La via per il riscatto sociale, per una tardiva redenzione, non ha un canone prestabilito. Quando tutto sembra perduto e il baratro è proprio lì davanti ai nostri occhi, è possibile voltarsi e cambiare strada. È quello che Andrea Castoldi – regista e sceneggiatore – cerca di mettere in luce con Vista Mare. In un racconto della speranza, non è solo il protagonista – costretto dai debiti a ricorrere ai canali dell’illegalità – che auspica un nuovo inizio. Completano il campionario un gruppo di compagni di viaggio che, in attesa di lasciare il Paese, comprendono quanto la costruzione di un futuro credibile non sia poi così lontana.
La pellicola di Castoldi, se vista con gli occhi del passato, può sembrare figlia di una visione distorta della realtà. Un mondo al contrario in cui i più forti si travestono da più deboli. Oggi invece la tendenza è proprio questa: guardare al vicino “altrove”, per cercare fortuna. Il messaggio di fondo del lungometraggio però non è la fuga. La sfida più grande, quella con noi stessi, è investire nella propria storia e nelle proprie radici, affinché si possano trovare le energie utili alla ricostruzione. L’apparente sguardo disincantato verso la realtà attuale è in definitiva una finestra verso una visione più ampia del solito, in cui il fenomeno migratorio è osservato da una prospettiva diversa.
Dario Cataldo