Nuovo appuntamento con l’Umbria Film Festival che si terrà dal 7 all’11 luglio a Montone. Da Los Angeles, Berlino, Venezia e Roma, la kermesse umbra accende ancora una volta i riflettori su film indipendenti, o ancora in cerca di un distributore italiano, ma forti degli applausi e dei premi conquistati nei principali festival internazionali.
Punta di diamante del cartellone 2010 sarà The Cove, Oscar 2010 come miglior documentario. A metà tra giornalismo investigativo e thriller ecologico, il docu film di Louie Psihoyos ha come protagonista Ric O’Barry, celebre addestratore di delfini della popolare serie TV ‘Flipper’ diventato tra i più accaniti sostenitori del boicottaggio dei parchi acquatici. The Cove, paradisiaca laguna giapponese per cetacei, è la sua ultima battaglia.
In anteprima italiana arriva dalla Danimarca A Family, Premio Fipresci all’ultima Berlinale.
Accompagnato dalla regista Pernille Fischer Christensen, già Orso d’argento nel 2006 con la sua opera prima A Soap, il film racconta la lotta tra aspirazioni e doveri di una giovane donna, avvolta dai tentacoli di una famiglia danese.
Spazio anche al viaggio nella middle class inglese con A Boy called dad, opera prima di Brian Percival. Storia di Robbie, 14enne rabbioso con il mondo per l’abbandono del padre, che improvvisamente si ritrova catapultato nell’età adulta con un figlio a carico. Nei panni del padre agognato, l’attore inglese Ian Hart ( protagonista di Terra e libertà, dei film di Neil Jordan da Michael Collins a Fine di una storia, fino al Prof Quirinus Quirrel nella saga di Harry Potter) che insieme al produttore Michael Knowles e al regista saranno ospiti di Montone.
Dalla Teheran degli ayatollah, pronta a sbattere in galera registi del calibro di Jafar Panahi per aver girato un documentario scomodo, arriva il vincitore della Settimana della critica di Venezia 2009 Tehroun. Girato con attori non professionisti e in digitale, per superare il vaglio della censura, è un viaggio nei bassifondi dolenti e violenti della capitale, chiamata Tehroun, nello slang dialettale, firmato dal quarantenne iraniano, ma trapiantato in Francia, Nader T. Homayoun e raccontato con il ritmo dei gangster movie.
Per informazioni:
Umbria Film Festival