Sinossi
Piigs è un film a metà strada tra Inside Job (documentario del 2010 sulla crisi finanziaria USA) e le storie proletarie di Ken Loach. Narrato da Claudio Santamaria e con interviste a Noam Chomsky, Yanis Varoufakis ed Erri De Luca. È un viaggio affascinante e rivoluzionario nel cuore della tragica crisi economica europea. Realizzato da tre filmmaker dopo cinque anni di ricerche e due di riprese, Piigs è un’immersione senza precedenti e senza censure nei dogmi dell’austerity.
Il documentario realizzato da Adriano Cutraro, Federico Greco e Mirko Melchiorre è il frutto di cinque intensi anni di lavoro, fatto di ricerche ed interviste riguardanti i dogmi dell’austerity che hanno dimostrato come le regole dei trattati europei sul deficit, il debito e l’inflazione siano il frutto di un banale errore di calcolo e stiano causando l’aumento di povertà disoccupazione e disuguaglianza nell’Eurozona. Il tutto avviene senza filtri o censure, ricordando altri documentari che hanno trattato temi simili come Inside Job di Charles Ferguson, vincitore dell’Oscar per il miglior documentario nel 2010, oppure Sicko di Micheal Moore. La spiegazione del titolo sta nell’acronimo alquanto spregiativo coniato dal giornalismo economico inglese nel 2009 per indicare paesi come il Portogallo, l’Italia, l’Irlanda, la Grecia e la Spagna, che vengono considerati tra i meno competitivi nell’Eurozona. Un film inchiesta finanziato in crowdfuding che nasce dall’esigenza di rendere comprensibili allo spettatore i principi della micro e macro economia, grazie all’adesione totalmente gratuita di esperti del settore come il filosofo e linguista Noam Chomsky, l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, lo scrittore Erri De Luca , l’esperto di sistemi monetari Warren Mosler e molti altri.
La voce narrante di Claudio Santamaria ci guida in questo viaggio affascinante che insegna come i grandi eventi della politica economica internazionale possano riguardare, con gravissime conseguenze, anche la nostra vita quotidiana, e quanto sia importante combattere quello che viene chiamato analfabetismo economico (del quale l’Italia vanta un triste primato tra i paesi Europei). Grazie a metafore alquanto semplici, una grafica accattivante e la voglia di riscatto che nasce dal far valere i diritti dei più deboli, si spera che quanto affermato in questo documentario smuova non solo le coscienze di chi è alla guida di organismi economici importanti, ma anche quella del semplice cittadino che, pur essendo digiuno di economia, riesce sicuramente a percepire il cambiamento negativo che vede protagonista anche le classi medie della nostra società. L’unica alternativa all’austerity per adesso è quindi offerta dal costante bisogno di conoscenza e informazione.
Alessia Di Fazio