“Sesto capitolo della saga dell’enigmista. Sesto capitolo di quella che ormai sembra candidarsi come una storia infinita, perché infiniti potrebbero essere gli omicidi ‘messi in scena’ da Jigsaw”.
Sesto capitolo della saga dell’enigmista. Sesto capitolo di quella che ormai sembra candidarsi come una storia infinita, perché infiniti potrebbero essere gli omicidi ‘messi in scena’ da Jigsaw, e altrettanto senza fine le loro cause scatenanti, gli ‘errori’ commessi da infinite persone, meritevoli del giudizio dell’enigmista.
Così devono pensarla i detentori dei diritti della saga che, nonostante i risultati al botteghino in USA non abbiano raggiunto gli incassi dei precedenti capitoli, hanno già messo le mani avanti su un prossimo capitolo VII, ovviamente in 3D. Ma torniamo alla parte VI che, proprio in questi giorni, arriva nelle sale italiane, dopo essere stata presentata in anteprima al Fantafestival.
John Kramer (Tobin Bell), l’enigmista, deceduto nel capitolo III, non vuol saperne di abbandonare la scena e, anche se è stato fisicamente soppiantato nella sua missione dal detective Hoffman (Costas Mandylor), riesce ad essere presenza costante per tutto il film, grazie ad apparizioni video-registrate e copiosi flashback.
Saw VI porta la firma di Kevin Greutert (The strangers, 2008), new entry nelle fila del fenomeno seriale, che però riesce a mantenersi ben al di sopra della soglia di guardia, confermando stile, atmosfere e ritmi serrati che hanno fatto di Saw la saga più seguita degli ultimi anni, al punto da poter sfornare con sicurezza un capitolo all’anno dal 2004 ad oggi.
Due i punti chiave attorno a cui ruota questo sesto capitolo: una misteriosa scatola contente sei buste, che Kramer lascia in eredità alla moglie Jill (Betsy Russel); e la figura del direttore di un’agenzia medico-assicurativa, William Easton (Peter Outerbridge), uomo freddo e spietato che ha costruito un impero finanziario, negando assicurazioni sulla vita a gente malata e bisognosa.
Tempo prima, il nostro caro assicuratore, amico di Jill, arrivò a sfidare involontariamente l’enigmista, proprio negandogli la copertura assicurativa durante la sua lotta contro il cancro.
Si sa, Jigsaw non perdona; ma quella postuma del signor Kramer è molto più che una vendetta personale.
Siamo di fronte ad una pesantissima critica del sistema sanitario USA. Quella architettata nel più piccolo particolare da Kramer, e messa in atto dai suoi “discepoli”, è una violenta riscossa contro i soprusi perpetrati per anni da William Easton ai danni di povera gente senza difese.
Una rivolta: la vita stessa che rivendica il suo valore reale a chi l’ha centellinata, moneta per moneta, come fosse proprietà privata.
Non mancano scene di puro gore, che ormai sono il marchio di fabbrica della saga, e di altri film nati all’ombra del torture porn. Per i cultori del sottogenere si inizia bene già dalle prime sequenze: una donna afroamericana e un uomo in sovrappeso dovranno alleggerire di mezzo chilo il peso del proprio corpo in un solo minuto, per liberarsi dai trapani che gli perforeranno il cranio. L’uomo ha tanto strato adiposo da asportarsi dolorosamente, la donna dovrà decidere a cosa rinunciare. Ovviamente solo il più veloce resterà in vita.
Un capitolo VI meno stanco dei precedenti e con un finale aperto.
Accomodatevi, il pranzo è servito.
Luca Ruocco
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