Sinossi
Primo giorno dell’ultimo anno per gli studenti di un liceo scientifico, ma a scuola c’è una novità: alcuni ragazzi sono stati spostati dalle rispettive classi in una sezione creata appositamente per loro, la sezione H. Gli studenti della sezione H non sono stati scelti a caso, sono infatti elementi notoriamente problematici, troppo esuberanti e svogliati. Per i ragazzi la vita nella nuova sezione è una pacchia, i professori sembrano aver perso con loro ogni speranza e non provano nemmeno più a farli studiare. L’unico professore che si presenta alla classe con sincero entusiasmo è il supplente di italiano Marco Andreoli. Dopo innumerevoli tentativi di coinvolgere e appassionare i ragazzi, esasperato dal disinteresse e dalle continue umiliazioni a cui la classe lo sottopone, Andreoli abbandona il lavoro a metà anno. A cento giorni dall’esame di maturità, i ragazzi si accorgono di essere spacciati, non riusciranno mai a superare l’esame. Il solo modo per salvarsi è farsi aiutare dall’unica persona che credeva in loro, il professor Andreoli. Riusciranno con il suo aiuto a ottenere la tanto attesa maturità?
Recensione
Dopo aver diretto Io sono con te e Belli di papà, il regista torinese Guido Chiesa torna al cinema con il suo nuovo lungometraggio dal titolo Classe Z, una commedia che racconta di un gruppo di studenti di un liceo scientifico romano; al primo giorno di scuola dell’ultimo anno trova ad attenderli una strana sorpresa: sono stati spostati nella neonata sezione H, creata appositamente per loro. Motivo: il “sovraffollamento delle classi”. Tra loro c’è Ricky (Enrico Oetiker) che è sveglio e non perde occasione per fare irritanti scherzi, che poi condivide sul suo canale Youtube, Stella (Greta Menchi), il cui unico interesse è il make-up, e Viola (Alice Pagani), intelligente ma sempre in guerra con il mondo.
Non è il primo film che ha come tema la scuola. Chiesa realizza una commedia che parla di questo mondo attraverso il conflitto tra due idee di didattica: una più orientata verso l’efficienza, la meritocrazia e la selezione, un’altra più attenta agli studenti in quanto “persone”, alla loro crescita e creatività.
Stella, Ricky, Viola, Yuri e gli altri allievi della classe sono degli outsiders, un gruppo di studenti sfigati, emarginati da un sistema scolastico che li ha dati già per sconfitti. L’unica persona a credere in loro è il supplente di italiano, Marco Andreoli (Andrea Pisani), ossessionato dalla figura del professor Keating del film L’attimo fuggente. Sarà proprio lui a dare una mano ai ragazzi a cento giorni dall’esame di maturità, e a dare uno schiaffo morale al temuto preside della scuola interpretato da Alessandro Preziosi.
Peccato che Classe Z, nonostante la presenza di attori bravissimi come lo stesso Preziosi, Antonio Catania e Andrea Pisani, non riesca a suscitare le emozioni che si sono avute con film come La scuola di Daniele Luchetti o con Notte prima degli esami di Fausto Brizzi. Ne risulta un film comico, demenziale, che sembra essere uscito da un episodio di Camera Cafè. Guido Chiesa poteva osare di più, ma non lo ha fatto.
Giovanna Savino