Il film, girato in Irlanda del Nord, nonostante sia tecnicamente ambientato in Scozia, si svolge quasi per intero all’interno dell’abitacolo di una Mercedes in viaggio da St. Andrews all’Aeroporto di Edimburgo. Ferite antiche e vecchi dissapori vengono rievocati sulla strada del futuro, lasciandosi alle spalle anni di conflitti, odio e sangue versato
Sinossi
Dopo 40 anni di Troubles due leader politici dell’Irlanda del Nord, il predicatore protestante Ian Paisely e il repubblicano Martin McGuinnes, si incontrano a St. Andrews, in Scozia, per discutere uno storico accordo di pace. Quando le trattative si trovano in una situazione di stallo, i due nemici giurati sono costretti, dalle circostanze e dal destino, a intraprendere un viaggio in macchina insieme che sarà ricco di imprevisti. Un percorso nella conciliante natura scozzese che, dopo una serie di battute pungenti, apre spiragli nella barriera tra i due e diventa occasione di scoperta reciproca. Costretti a passare molte ore insieme, i due leader realizzeranno di non essere poi così diversi e instaureranno una bizzarra relazione di amicizia, ricordata ancora oggi come “Chuckle Brothers”, che porterà a un futuro di pace.
Recensione
Un viaggio. Spalla contro spalla. Credo contro credo. Il viaggio, non solo fisico ma anche mentale attraverso il racconto di eventi passati, tiene in piedi l’intera struttura del film di Nick Hamm. L’auto, elemento essenziale di tutta la pellicola, non è altro che l’ambiente chiuso in cui si svolge un’inusuale seduta di psicoanalisi. Il regista, volutamente, si allontana dalla situazione politica (sempre sullo sfondo) per riportare gli ideali, i rancori, l’orgoglio, i ricordi e le azioni dei due colossi che hanno segnato la storia dell’Irlanda del Nord. La macchina da presa si sofferma quindi sugli sguardi, i gesti e i dialoghi piccanti e veloci dei protagonisti.
The Journey si presenta come un mix di generi: abbiamo quello storico, il road movie, la british comedy (che nel registro cinico dei protagonisti spesso si trasforma in black comedy) e il film drammatico. Nonostante ciò non si rischia mai di andare fuori strada o di perdere il controllo. Quello che può sembrare un film statico e impostato, con la semplicità delle emozioni e degli ottimi e serrati dialoghi, racconta una storia dei giorni nostri, uno spaccato di vita tanto vicino eppure spesso dimenticato. Le interpretazioni di Timothy Spall, nei panni di Ian Paisley, e di Colm Meaney, in quelli di McGuinnes, donano il tocco finale ad un prodotto di ampio respiro, lontano dalla presunzione del grande cinema ma con la sensibilità e l’umiltà di chi ha qualcosa da dire e gli strumenti perfetti per farlo. Gli imprevisti, i tempi lenti e gli ambienti poco arieggiati, tranne alcune scene, non sono altro che il fil rouge di una narrazione ben costruita, che certamente non necessità di velocità per trovare ritmo. The Journey non è solo un documento storico, ma un nuovo modo di abbattere le mura fredde della politica con la speranza e la costruzione di una pace futura.
Alessandra Balla