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Tata Matilda e il grande botto

“Pur essendo una commedia fantasy per famiglie, il film scritto dalla Thompson propone buoni sentimenti restituiti in chiave pedagogica, regalando un momento di genuino divertimento”.

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“Ora le spiegherò come lavoro. Quando avrà bisogno di me ma non mi vorrà, io resterò. Quando mi vorrà ma non avrà più bisogno di me, io me ne andrò.” Abbiamo imparato a conoscere Tata Matilda e le sue ‘maniere’ già nel film Tata Matilda uscito nel 2005, diretto da Kirk Jones e sceneggiato dall’Accademy Award Emma Thompson. Oggi, la tata, un pò strega e un pò maga, ritorna sul grande schermo perché qualcuno ha di nuovo bisogno di lei.

Siamo nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, Isabel Green (Maggie Gyllenhaal) sta per crollare, i suoi tre figli sono degli scalmanati, suo marito Rory (Ralph Fiennes) è disperso al fronte, la fattoria in cui vivono richiede un impegno economico considerevole, la signora Docherty, sua datrice di lavoro, inizia a perdere colpi, il cognato Phil insiste ogni giorno a voler acquistare la fattoria per pagare i suoi debiti di gioco, e il tutto è poi aggravato da un improbabile ma non impossibile attacco aereo del nemico sospettato e temuto dal signor Docherty. A peggiorare la situazione, già di per sé non propriamente idilliaca di Isabel, è l’arrivo dei nipoti londinesi, ragazzi di città non avvezzi alla vita di campagna e abituati al lusso e al comfort. Figli e nipoti finiscono ben presto per azzuffarsi, portando la povera ed esausta Isabel sull’orlo di una crisi di nervi.

Non c’è alcun dubbio, la famiglia Green ha bisogno di Tata Matilda (Emma Thompson), una Mary Poppins versione Thompson/Brand che non tarda ad arrivare. Matilda è una tata bitorzoluta e bruttina dotata di poteri magici, accompagnata da un insolito amico, il corvo divoratore di stucco, è una strega buona a cui basta uno sguardo per capire quali lezioni impartire ai ragazzi capricciosi e indomiti.

Quando Matilda si presenta per la prima volta ha un aspetto ripugnante (complice il truccatore Premio Oscar Peter King), determinato dallo sguardo dei bambini, riluttanti alle regole. Impercettibilmente, quando a poco a poco gli scalmanati imparano la lezione, i segni della mostruosità che ai loro occhi caratterizzano la singolare tata svaniscono, perché “Chi è amato è sempre bello”, ed è questo l’elemento cardine dei libri per l’infanzia su Tata Matilda e dei derivati sequel cinematografici.

Tata Matilda e il grande botto, diretto da Susanna White e scritto da Emma Thompson (anche produttrice esecutiva del film) ispirandosi al personaggio creato da Christianna Brand, tende inevitabilmente verso il lieto fine, essendo un film destinato ai più piccini. Ma, pur essendo una commedia fantasy per famiglie, il film scritto dalla Thompson propone buoni sentimenti restituiti in chiave pedagogica, riuscendo a svincolarsi dal didascalismo fastidioso e arido. Con i suoi colori saturi che ricreano una magica atmosfera, gli incantesimi sugli animali dagli effetti esilaranti, il senso profondo dei contenuti rallegrato dai continui sviluppi narrativi buffi e spiritosi, la storia di Tata Matilda regala un momento di genuino divertimento anche agli adulti.

Francesca Vantaggiato

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