Non so voi. Chi scrive, fortemente scosso per l’improvvisa notizia della sua morte, amava senza riserve Tomas Milian, un attore a tutto tondo, che seppe spaziare dal cinema d’autore più importante fino alla commedia meno impegnata e ridanciana. All’inizio della sua carriera, appena arrivato in italia, alla fine degli anni cinquanta, esordiva nel bellissimo film di Bolognini, con sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, La notte brava, ritratto dei ragazzi di vita della Roma delle borgate alle prese con una notte che pareva non finire mai. Poi Maselli, Lattuada, Visconti, Brusati, fino al momento in cui intraprese il filone del cinema western, che gli diede tanta popolarità nel nostro paese, e, soprattutto, i primi sostanziosi guadagni, interdetti durante il primo periodo del cinema d’autore.
Da ricordare le collaborazioni con Sollima, Questi, Corbucci, e anche con Lucio Fulci (Non si sevizia un paperino). E poi cominciò la stagione del poliziottesco con il sodalizio con Umberto Lenzi, con cui girò tantissimi film e inventò il personaggio del Monnezza, prima ladro, poi maresciallo e, infine, ispettore. Su questo genere lavorò assieme a Bruno Corbucci con cui produsse la saga delle varie ‘Squadre’, e poi i tanti ‘Delitti’ in coppia con il mai dimenticato Bombolo, con cui interpretava un film dopo l’altro. Succesivamente il silenzio (nel frattempo un film con Antonioni, Identificazione di una donna), il ritorno a Miami, e qualche sparuta partecipazione: ricordiamo Cat Chaser di Abel Ferrara, JFK – Un caso ancora aperto, regia di Oliver Stone, e Traffic di Soderbergh.
Milian, pensiamo, ora si congiungerà con il mai dimenticato amico Bombolo, e siamo sicuri che, anche lì dove si trovano, non potrà sottrarsi al desiderio imprescindibile di mollargli l’ultimo, sonoro ceffone.
Luca Biscontini
