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Non è un paese per giovani, il nuovo film di Giovanni Veronesi sui giovani italiani delusi dal loro paese

Un film tratto da una trasmissione radiofonica. Un’esperienza fatta di dirette radio tutti i giorni a Radio 2, dove il regista Giovanni Veronesi intervistava dei ragazzi italiani all’estero, si faceva raccontare la loro storia e il perché se n’erano andati via dall’Italia. Da quella esperienza radiofonica è nato il soggetto per il suo lungometraggio dal titolo Non è un paese per giovani

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Sinossi
Sandro ha poco più di vent’anni, è gentile, a volte insicuro e il suo sogno segreto è diventare uno scrittore. Luciano invece è coraggioso e brillante, ma con un misterioso lato oscuro. Si conoscono tra i tavoli di un ristorante dove lavorano entrambi come camerieri. Come tanti loro coetanei, Sandro e Luciano sentono che la loro vita in Italia non ha alcuna prospettiva. Si scelgono istintivamente e decidono, presi da un’euforica incoscienza, di cercare un futuro per loro a Cuba, la nuova frontiera della speranza dove tutto può ancora accadere. Il progetto è quello di aprire un ristorante italiano che offra ai clienti il wi – fi ancora raro sull’isola. Con Nora, la strana ragazza che li aspetta all’Avana, scopriranno che esiste un modo glorioso di perdersi, che darà un senso profondo alla fatalità che li ha fatti incontrare.

Recensione
Un film tratto da una trasmissione radiofonica. Un’esperienza fatta di dirette radio tutti i giorni a Radio 2, dove il regista Giovanni Veronesi (Manuale d’amore, Italians e L’ultima ruota del carro) intervistava dei ragazzi italiani all’estero, si faceva raccontare la loro storia e il perché se n’erano andati via dall’Italia. Da quella esperienza radiofonica è nato il soggetto per il suo lungometraggio dal titolo Non è un paese per giovani, sceneggiatura scritta da Veronesi insieme a Ilaria Macchia e Andrea Paolo Massara.

Il film è la storia di due ragazzi molto diversi tra loro, Sandro (Filippo Scicchitano), dolce, sensibile e insicuro, che sogna di diventare uno scrittore, e Luciano (Giovanni Anzaldo), inquieto ed estroverso, che nasconde un lato oscuro e misterioso. I due lavorano come camerieri in un ristorante, e in breve tempo si rendono conto che in Italia non ci sono grandi prospettive per il  loro futuro, decidono di trasferirsi a Cuba e condividere il progetto di aprire insieme sull’isola una spaghetteria con wi-fi. Ad attenderli all’Avana c’è Nora (Sara Serraiocco), una ragazza strana e piena di energia che cova dentro di sé un grande dolore. Diventa la loro guida sull’isola e stringe con loro un rapporto forte e solidale.

Nonostante i personaggi del film di Veronesi siano poco originali, la pellicola dal punto di vista registico non delude affatto, l’uso delle inquadrature in primo piano sono a dir poco notevoli, in grado di esprimere con naturalezza le gioie e i dolori vissuti dai protagonisti. Il film si presenta come un’aspra critica all’Italia, la quale continua a fare promesse che non è in grado di mantenere. Non è un caso che sia all’inizio che alla fine del film, assistiamo a sequenze video di vari ragazzi che si sono trasferiti all’estero per studio o per lavoro.

Durante tutta la durata del film assistiamo al cambiamento dei due protagonisti, Luciano si troverà coinvolto in un giro di combattimenti clandestini e si perderà inesorabilmente, mentre Sandro continuerà a portare avanti con decisione e con una nuova consapevolezza il progetto del ristorante.

Nel film c’è anche una breve apparizione di Nino Frassica nei panni dello stravagante Euro 60, messinese trapiantato da anni all’Avana e che fa quasi da secondo padre a Sandro, facendoci ridere con le sue battute caustiche. Attraverso scelte pericolose, violente, incontri necessari e addii pieni di silenzio, Non è un paese per giovani racconta la tenacia e la bellezza di una generazione che anche se privata di un luogo dove crescere non si lascia spegnere.

Giovanna Savino

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