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Ouija – l’origine del male in blu ray con Universal Pictures

Il film di Flanagan funziona egregiamente, ritmato com’è da tempi perfetti che accompagnano lo spettatore fino al momento dell’esplosione dell’orrore. Ouija – l’origine del male assume, poi, un certo spessore, giacchè, invece di ripetere meccanicamente alcune dinamiche già ampiamente vedute, evoca lo spettro del nazismo, proprio a indicare quanto il male non provenga da una dimensione fantasmatica, ma sia il prodotto della nostra civiltà

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Il film di Flanagan funziona egregiamente, ritmato com’è da tempi perfetti che accompagnano lo spettatore fino al momento dell’esplosione dell’orrore

Prequel del fortunato Ouja (2014) diretto dallo statunitense Stiles White, Ouija – l’origine del male torna nel passato, per indagare le cause che provocarono i tristi e spaventosi eventi in cui si trovò coinvolta la protagonista del primo film, Lane Morris (Olivia Cooke).

Mike Flanagan (anche nelle vesti di sceneggiatore) costruisce una messa in scena efficace (siamo nel 1967), laddove l’esigenza di comunicare con l’al di là, con i nostri defunti, a cui si è indissolubilmente legati, crea un canale di comunicazione molto pericoloso, giacché i viventi, seppur mossi dalle più benevoli intenzioni, non possono controllare i numerosi effetti collaterali generati dal desiderio di superare gli angusti confini imposti dalla finitezza.

Il film non è propriamente un horror (anche se non mancano, soprattutto nella parte finale, sequenze e momenti spaventosi), piuttosto appare il tentativo di indagare quella pulsione, tutta umana, di smarcarsi dai limiti di un’esistenza che spesso, e senza ragioni plausibili, infligge dolori e lutti lancinanti, impossibili da elaborare.

Ouija – l’origine del male cresce di spessore quando, invece di ripetere meccanicamente le consuete dinamiche già ampiamente vedute, evoca lo spettro del nazismo, proprio a indicare quanto l’orrore non sia contenuto in una dimensione fantasmatica

Alice Zander (la bella e convincente Elizabeth Reaser, già vista in tre episodi di The Twilight Saga) è una vedova che vive spacciandosi per sensitiva, in quanto, dopo la morte del marito, non ha alcuna altra fonte di sostentamento.

Quella che all’inizio era una perdonabile truffa, con cui, in fin dei conti, si donava un po’ di pace a coloro che volevano comunicare con i propri cari, diviene successivamente, con l’acquisto della famigerata tavoletta Ouja, una procedura attraverso cui davvero contattare gli spiriti dell’altro mondo.

Flanagan è abile nel far montare la dimensione horror del film in maniera lenta e costante, come una parabola che una volta giunta al suo vertice non procedesse nella fase discendente.

Impressiona, in tal senso, la bravura della piccola protagonista (un’inquietante Lulu Wilson), la quale subisce la possessione di uno spirito maligno, che, in un primo momento, si era spacciato per il padre.

È a questo punto che Ouija – l’origine del male cresce di spessore, in quanto, invece di ripetere meccanicamente le consuete dinamiche già ampiamente vedute, evoca lo spettro del nazismo, proprio a indicare quanto l’orrore non sia contenuto in una dimensione fantasmatica, celato dietro le paure ataviche che opprimono gli uomini sin da bambini, ma sia il risultato del male prodotto scientemente dalla nostra civiltà, il quale, già da solo, possiede la forza necessaria per spaventare a morte chiunque vi si accosti, o voglia approfondire certe questioni.

Ouija – l’origine del male torna nel passato, per indagare le cause che provocarono i tristi e spaventosi eventi in cui si trovò coinvolta la protagonista del primo film

Il male generato dal fatale errore di credere di fare il bene – in questo senso, la biopolitica del nazismo davvero riteneva di estirpare il batterio ebraico con ‘la soluzione finale’, in favore della ‘grande salute’ del popolo tedesco – provoca un brivido molto più intenso di qualsiasi altra situazione spaventosa, giacché ci costringe a comprendere quanto la malvagità sia, innanzitutto è per lo più, il prodotto della mastodontica incapacità di valutare correttamente la realtà.

Nel complesso, poi, al di là di queste considerazioni, il film di Flanagan funziona egregiamente, ritmato com’è da tempi perfetti che accompagnano lo spettatore fino al momento dell’esplosione dell’orrore.

Non mancano sequenze, durante il film, in cui ci si copre gli occhi, consci dell’imminente arrivo di un’immagine che ci farà salire il cuore in gola.

Pubblicato e distribuito da Universal Pictures, Ouija – l’origine del male è disponibile in blu ray

Ma un horror degno di questo nome deve provocare tale effetto, e Flanagan non ci va per il sottile, soprattutto quando ci lascia nelle grinfie della ragazzina posseduta, che, innocente e maligna al tempo stesso, inquieta non poco.

Pubblicato e distribuito da Universal Pictures, Ouija – l’origine del male è disponibile in blu ray, in formato 1.85:1, con audio in italiano e originale (DTS-HD Master Audio) e sottotitoli opzionabili.

Nella sezione extra: Scene eleiminate; Il making of di Ouja – l’origine del male; Dove c’è horror c’è casa; La ragazza dietro Doris.

Luca Biscontini

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