Faccia a faccia è un film western all’italiana del 1967 scritto diretto da Sergio Sollima. Il film è stato distribuito anche in Spagna (Cara a cara – Madrid, 14-10-1968), Francia (Le dernier face à face – 19-3-1969 – 90′), Germania Occidentale (Von Angesicht zu Angesicht – 19-7-1968 – 112′) e Usa (Face to Face – 1967 – 110′).
Un insegnante di storia (Gian Maria Volonté), in giro per il West, diventa un bandito; un bandito (Tomas Milian) si ravvede e mostra di avere un cuore.
Sollima tenta la via del western etico-politico.
Quando la civiltà si trasforma in una giungla, i professori si tramutano in bruti.
Ma la giungla ha anch’essa una morale che non è così facile da apprendere come il premere un grilletto o il mirare al cuore di un nemico.
Fantastici Volonté e Milian. Grande film.
Film dotato di uno script non banale e di un paio di protagonisti in stato di grazia che danno luogo ad un confronto morale e psicologico è il vero fulcro del film
Bell’esempio di spaghetti western questo Faccia a faccia di Sergio Sollima.
Non eccezionale dal punto di vista tecnico ma dotato di uno script non banale e di un paio di protagonisti in stato di grazia che danno luogo ad un confronto morale e psicologico che è il vero fulcro del film.
Gian Maria Volontè, monumentale anche quando viene preso a schiaffi, è il professor Brett Fletcher, mentre Tomas Milian, perfettamente funzionale al ruolo, è lo spietato bandito Beauregard Bennet.
Il cammino dei due s’incrocia per caso. Durante l’ennesima fuga del criminale che, ferito, prende in ostaggio proprio il timido e malato professore facendogli così sperimentare forti emozioni sino ad allora mai provate.
Musicato alla stragrande dal mitico Morricone, il western di Sollima ha buon ritmo e non manca di far riflettere lo spettatore
In quest’ultimo scatta quindi un istinto primordiale che lo spinge a seguire Beauregard mentre cerca di radunare il suo branco selvaggio.
Ben presto, sulle piste di entrambi, si mette Charlie Siringo. L’ infiltrato della Pinkerton destinato ad essere l’ago della bilancia nel confronto fra i due uomini che nel frattempo vanno subendo un profondo mutamento che li porterà addirittura ad un’ inquietante inversione dei ruoli.
Musicato alla stragrande dal mitico Morricone, il western di Sollima ha buon ritmo e non manca di far riflettere lo spettatore attraverso l’evoluzione “oscura” di Fletcher. Memorabili i suoi vaneggiamenti d’onnipotenza e quella catalogazione della violenza da “individuale è un crimine ma di massa, è storia!”.