Sinossi
Giacomo è lo stravagante erede di una ricchissima dinastia di industriali: poco interessato all’azienda, preferisce dedicarsi alle sue mille passioni. L’incontro con un eccentrico esoterista francese, convinto sostenitore della reincarnazione, dà speranza a Giacomo di poter rincontrare il padre, morto quando lui era piccolo. La scelta ‘karmica’ cade su Mario Pitagora, un giovane tutt’altro che spirituale, indebitato con mezza città. Il confronto quotidiano fra i due cambierà per sempre le loro vite.
Recensione
Con un mix di ironia, fatalità, furbizia, leggerezza e serietà si dipana una trama ben scritta, valorizzata da una regia elegante
Le solitudini di due uomini apparentemente agli antipodi, Giacomo, svampito e coltissimo erede di una famiglia di ricchi industriali, e Mario, simpatico e maldestro cialtrone sempre a caccia di soldi e di guai, s’incontrano/scontrano a causa di un presunto ‘karma’ – sorta di destino cui contribuisce però l’operato dell’uomo, determinante anche per le future reincarnazioni – parola che non a caso entra nel titolo, Questione di Karma, dell’ultima fatica di Edoardo Falcone (regista romano già noto, fra gli altri, per il film Se Dio Vuole).
Con un mix di ironia, fatalità, furbizia, leggerezza e serietà si dipana una trama ben scritta, valorizzata da una regia elegante (con inquadrature che rendono ‘vissuti’ e quotidiani diversi luoghi della città di Roma) e da un ben selezionato cast di bravissimi interpreti, in primis Fabio de Luigi (Giacomo) ed Elio Germano (Mario), che si cimentano in ruoli piuttosto ‘atipici’, ma anche Stefania Sandrelli (perfetta come madre ricca e scombinata di Giacomo), Eros Pagni (il patrigno taccagno), Isabella Aragonesi (la sorella di Giacomo, tra carrierismo e ripensamenti etici), Massimo De Lorenzo (l’amico fedele di Mario, guidatore di ambulanza e cardiologo all’occasione), Daniela Virgilio (algida moglie di Mario).
“Il nostro obiettivo – raccontano Marco Martani e lo stesso regista, co-sceneggiatori del film – era quello di realizzare una commedia rigorosa e sganciata dai cliché, che cercasse spazio e verità per personaggi e situazioni; volevamo raccontare cose ‘alte’ in modo divertente ma senza rendere i protagonisti delle macchiette finalizzate solo a strappare una risata”.
Il film vuole essere soprattutto una commedia ‘umana’ ed il tema della reincarnazione – racconta Edoardo Falcone – era per lo più una scusa per parlare di argomenti universali
Dopo il suicidio del padre, avvenuto quando lui era molto piccolo, Giacomo, lungi dal prendere le redini dell’azienda di famiglia – una redditizia fabbrica di matite colorate – è cresciuto in un mondo tutto suo, quasi naïf, coltivando lo studio della filosofia e delle lingue straniere, la pratica dello yoga e delle arti marziali orientali, foraggiato dalla madre e dal patrigno – che insieme alla sorellastra rappresenta l’elemento concreto-produttivo della famiglia – insieme ai quali vive nella villa atavica.
Ma un giorno Giacomo entra in contatto con le teorie del professor Stern, in base alle quali la reincarnazione è non solo possibile ma assolutamente realizzabile con le dovute tecniche: l’incontro con Stern (un magnifico cameo dell’ottantacinquenne Philippe Leroy) in un antico monastero convince Giacomo che suo padre si è reincarnato in tal Mario Pitagora, un uomo che vive nei pressi del Colosseo, la cui ricerca va presto a buon fine.
Da qui inizia una sorta di commedia degli equivoci, con punte di riflessiva e nostalgica amarezza (il tema della perdita dei cari, la difficoltà di affrontare la vita quotidiana, la solitudine ed il tempo che passa) sempre celate dietro la battuta ed il sorriso, nell’avvicendarsi di situazioni inverosimili e paradossali: Mario ha denaro a volontà e non sa cosa farne né sa gestirlo, ma ha tanto bisogno di un amico, oltre che di un padre; Mario, con gli strozzini sempre alle calcagna ed una famiglia che ormai lo rifuta per la sua inaffidabilità, vive di espedienti ed è sempre in fuga.
Distribuito da 01 Distribution e prodotto da Wildside con Rai Cinema, il film è stato ritenuto d’interesse culturale dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Cinema.
“Il film vuole essere soprattutto una commedia ‘umana’ ed il tema della reincarnazione – racconta Edoardo Falcone – era per lo più una scusa per parlare di argomenti che m’interessano e che sono universali, come la paternità, la perdita, il trascorrere del tempo, la necessità di trafsormarsi per continuare a vivere, l’eterno bisogno di amare e sentirsi amati. Il tutto senza mai rinunciare ai toni leggeri e ironici della commedia. L’idea di vivere per sempre nel nostro involucro corporeo può essere affascinante, finché non ci si annoia, ma credo che il soprannaturale sia soprattutto dentro di noi, basta tirarlo fuori”.
I bisogni dei due protagonisti si sposeranno in un’improbabile amicizia che, pur basandosi su premesse inconsistenti e funzionali, cambierà per sempre la vita di entrambi, rendendoli più consapevoli dei loro ruoli, errori e possibilità.
“Potrà sembrare un mantra – afferma Elio Germano – ma è vero che l’attore fa un ciclo di reincarnazioni ogni volta che cambia personaggio, cambiando pelle; sarà forse una fuga continua, la mia, ma è proprio quello che cerco, cambiare sempre e mi è piaciuto molto tornare a fare una commedia ‘leggera’. Chiunque ha iniziato con il teatro conosce personaggi come Mario, quasi da commedia dell’arte, un po’ cialtroni, un po’ fanfaroni. Giacomo e Mario sono agli opposti, il primo viene inconsapevolmente sfruttato da tutti e l’altro, pur rivelandosi un inetto, sfrutta tutti quelli che conosce”.
Distribuito da 01 Distribution e prodotto da Wildside con Rai Cinema, il film è stato ritenuto d’interesse culturale dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Cinema.