Reduce dal successo de L’esercito delle 12 scimmie, Gilliam realizzò un film inconsueto che fu poco capito dal pubblico
Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas) è un film del 1998 diretto da Terry Gilliam, con protagonisti Johnny Depp e Benicio Del Toro.
Presentato in concorso al 51º Festival di Cannes, è tratto dal libro parzialmente autobiografico Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter S. Thompson, in cui lo scrittore usa lo pseudonimo di Raoul Duke, mentre l’avvocato Oscar Zeta Acosta viene chiamato Dr. Gonzo.
Gli stessi personaggi erano già stati portati sul grande schermo nel 1980 rispettivamente da Bill Murray e Peter Boyle nella pellicola mai distribuita in Italia Where the Buffalo Roam, basata anch’essa sui testi dello stesso Thompson.
Il film fu un insuccesso al botteghino, incassando 10,6 milioni di dollari a fronte di un costo di produzione di 18.5 milioni.
Film trasgressivo e bislacco, ma di culto che omaggia e riproduce fedelmente sullo schermo il romanzo Paura e disgusto a Las Vegas
Film trasgressivo e bislacco, ma di culto che omaggia e riproduce fedelmente sullo schermo il romanzo Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter S.Thompson che inventò il noto giornalismo “Gonzo” (un tipo di scrittura che mescola lo stile del giornalismo tradizionale con pensieri, idee ed impressioni personali).
Ambientato nel periodo hippy americano, durante gli anni della guerra del Vietman, possiede una trama esile che ha una narrazione particolarmente logorroica composta per la maggior parte da dialoghi e monologhi stravaganti, ma anche parecchio ironici.
Richiede più di una visione per poter essere capito, ma è qualcosa di molto originale che difficilmente si dimentica. Propone una serie di avventure assurde e grottesche vissute dal giornalista Raoul Duke (il Dr. Gonzo) ed un suo amico durante il loro viaggio a Las Vegas.
Il film si barcamena attraverso uno stile alienante che non segue alcuna regola o morale
Tra visite sfortunate al gran Casinò della città, sperimentazione di droghe, eccessi di ogni tipo, riflessioni eccentriche e dissennate, visioni psicotrope che non possono non divertire e situazioni spesso al limite del surrealismo, il film si barcamena attraverso uno stile alienante che non segue alcuna regola o morale e che soprattutto privo di un filo logico conduttore.
Potrebbe apparire sconclusionato e non convincere molto chi non tollera le storie senza nè capo nè coda, eppure il suo pregio migliore è proprio quello d’essere allucinato e sconclusionato perchè almeno così tutte le follie che illustra e racconta, non devono essere necessariamente chiarite, spiegate o risolte.
ECCO IL TRAILER
Alcune sequenze sono davvero da antologia e fanno morire dal ridere e il merito va al grandioso duetto tra Johnny Depp e Benicio Del Toro
Alcune sequenze sono davvero da antologia e fanno morire dal ridere (ad esempio quella in cui un poliziotto ferma Duke per eccesso di velocità mentre era alla guida della sua macchina e lo mette in una posizione tale da dover accettare le sue advances e di essere “seviziato” pur d’essere poi lasciato libero di andare)
Il merito va soprattutto al grandioso duetto tra Johnny Depp e Benicio Del Toro, entrambi irriconoscibili e bravissimi. (Depp trascorse alcuni mesi con Thompson per studiare ed imparare il suo modo di muoversi e di parlare mettendo quindi in atto una tecnica recitativa per lui inedita, fatta di tic, sorrisetti maniacali e sguardo allucinato).