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La Luna di Harryhausen, i fantasmi canterini e le miniature umane di Browning in dvd

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Diretto dal Nathan Juran che firmò, tra l’altro, A 30 milioni di Km dalla Terra (1957) e Il 7° viaggio di Sinbad (1958), altro non fu che l’adattamento per il grande schermo del romanzo I primi uomini sulla Luna di H.G. Wells, già fonte d’ispirazione per il muto First men in the moon (1919) di Bruce Gordon e J.L.V. Leigh.

Accompagnato dal trailer e da una featurette di quattro minuti, Base Luna chiama Terra (1964) rivive finalmente su supporto dvd grazie a Sinister Film, specializzata nella riscoperta di vecchi cult e classici di genere finiti nel dimenticatoio; consentendoci di riassistere alla vicenda fantascientifica raccontata da un’ormai anziano cosmonauta ad alcuni astronauti che hanno trovato sulla Luna le testimonianze dello sbarco a cui prese parte alla fine del XIX secolo.

Sbarco che si rivelò una straordinaria avventura voluta dal professor Cavor alias Lionel Jeffries, inventore della materia antigravitazionale denominata “cavorite”, e della quale riviviamo le situazioni attraverso le accattivanti immagini impreziosite dalla varietà di colori dispensata dalla fotografia di Wilkie Cooper.

Situazioni che accompagnano la scoperta di vita intelligente all’interno delle cavità lunari e che non mancano di vedere coinvolte mostruose creature spazianti da seleniti insettiformi a bruchi giganteschi, grazie al fondamentale contributo degli effetti speciali a cura dell’indimenticato maestro Ray Harryhausen.

FrancescoLomuscio_Taxidrivers_La ballata dei fantasmi_Hoffmann

Ma non si tratta dell’unico fondamentale recupero targato Sinister, in quanto la label provvede a rendere disponibile su disco – con alcune sequenze in lingua originale sottotitolate in italiano – anche la rarissima commedia gotica La ballata dei fantasmi (1960), messa in piedi dal tedesco Kurt Hoffmann che incluse nella sua ricca filmografia Lo strano mondo del signor Mississipi (1961) e Alle sette del mattino il mondo è ancora in ordine (1968).

Commedia gotica che, in un certo senso, ricorda il successivo High spirits – Fantasmi da legare (1988) di Neil Jordan nell’inscenare la storia della famiglia Von Sandau, che, da tempo in grosse difficoltà economiche ed intenta a scongiurare il sequestro del proprio antico castello, in quanto costretta ad onorare un debito di centomila marchi nei confronti del signor Hartog, ovvero Heinz Baumann, vede una speranza di racimolare la somma quando arriva la proposta di ospitare un principe straniero.

Principe in visita privata in Germania per firmare il contratto per la costruzione di una grande diga nel suo paese; senza immaginare, però, che nel maniero vaghino ancora senza pace le anime di cinque banditi (quattro uomini e una donna) arrestati e murati vivi oltre cento anni prima, i quali avranno in regalo il sonno eterno solo dopo aver compiuto una buona azione.

FrancescoLomuscio_Taxidrivers_La bambola del diavolo_Browning

Mentre i molti momenti cantati trascinano nell’ambito del musical il tutto, corredato di galleria fotografica nella sezione extra; come pure l’ultima indispensabile riesumazione sinisteriana: La bambola del diavolo (1936), girato in uno splendido bianco e nero da Tod Browning, autore di veri e propri classici dell’horror su celluloide del calibro di Dracula (1931) e Freaks (1932).

Un lavoro che sembra anticipare alcune tematiche poi alla base di titoli quali Il dottor Cyclops (1940) di Ernest B. Schoedsack e Radiazioni BX: Distruzione uomo (1957) di Jack Arnold nel porre il grandissimo Lionel Barrymore nei panni di un condannato alla reclusione nelle terribili prigioni dell’Isola del Diavolo, perché ingiustamente accusato dai tre soci.

Condannato che, riuscito ad evadere insieme ad uno strano individuo competente in alchimia e scienza, si appropria di un suo siero preparato per rimpiccolire le dimensioni degli esseri viventi e comincia a dedicarsi alla creazione di bambole umane prive di volontà; pianificando la miniaturizzazione di uno dei propri acerrimi nemici, in modo da poterlo poi sfruttare al fine di uccidere gli altri.

Man mano che, tra uccisioni e travestimenti, il futuro signor Potter de La vita è meravigliosa (1946) si cimenta in una performance degna del collega trasformista Lon Chaney, immerso in un’operazione strutturata su una eccellente sceneggiatura – derivata da un romanzo di Abraham Merritt – e tempestata di allora innovativa effettistica… fino a lasciar intuire l’ambiguità di una tutt’altro che banale morale.

Francesco Lomuscio

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