Il film documentario racconta il microcosmo famigliare di una storia d’amore lunga 70 anni
dalla inaspettata prospettiva di una voce narrante in lotta contro la malattia dell’Alzheimer.
Cinema: la prima italiana di Biografia di un amore
alla 23/ma edizione di “Visioni Italiane” a Bologna
E’ il nuovo film documentario di Samuele Rossi, regista toscano,
già autore di “Indro. L’Uomo che Scriveva sull’Acqua” e “La Memoria degli Ultimi”
Milano, 27 febbraio – La prima italiana del film documentario Biografia di un amore del regista Samuele Rossi si terrà il 1 marzo a Bologna in concorso alla 23/ma edizione di Visione Italiane dal 27 febbraio al 5 marzo al cinema Lumiere. Il regista toscano, già autore di “Indro. L’uomo che scriveva sull’acqua” e “La memoria degli ultimi”, continua il lavoro sul tema della “memoria”, stavolta però trattato attraverso il microcosmo famigliare di una storia d’amore lunga 70 anni e raccontato dalla inaspettata prospettiva di una voce narrante in lotta contro la malattia dell’Alzheimer.
Il film, prodotto da Echivisivi, in associazione con Solaria Film e Bar Stories, con il sostegno di Regione Toscana eToscana Film Commission, è realizzato con il patrocinio di AIMA (Associazione Italiana Malati Alzhaimer) e dellaFederazione Nazionale Alzhaimer.
Protagonisti del film documentario sono Germano Pacelli, stralunato artista, sognatore ed ex-partigiano, e Neliana Barchi, donna dal temperamento forte, tornata sulle montagne toscane alle porte della Seconda Guerra Mondiale. Il film narra la storia del loro amore tra guerra, emigrazione, viaggi, arte, sogni e progetti, in un sorprendente doppio intreccio tra tempo presente e tempo passato, una sfida al tempo e alla perdita dei ricordi nel tentativo di fare memoria, di salvare dalla sparizione il senso profondo di una vita vissuta.
A prestare la voce al racconto di Neliana la straordinaria Lucia Poli, apprezzata attrice di teatro e di cinema, che ha saputo restituire con estrema delicatezza e ironia la fragilità e l’intensità di una lunga storia di vita, impreziosendo l’opera con la sua generosa partecipazione.
L’idea del documentario nasce da un incontro tra il regista e Germano, sul finire de La memoria degli ultimi durante il quale l’ex partigiano racconta a Samuele Rossi con una forte intensità emotiva la storia della moglie e della sua malattia.
La storia è ambientata nel presente, sulle pendici di un Appennino silenzioso dove Germano, a pochi mesi dalla scomparsa di Neliana, vive a 90 anni con un’energia inesauribile la sua arte e il sogno di costruire un monumento alla solidarietà insieme ai bambini e gli anziani del Paese. Alla lotta di Germano per la realizzazione del monumento si alternerà all’inaspettato racconto del loro passato rivissuto attraverso la voce di Neliana.
Un viaggio nella memoria intima dunque che, grazie al cinema, si fa autobiografia di ogni storia inevitabilmente intrecciata con la storia del nostro Paese degli ultimi 70 anni.
“La realizzazione di questo film – ha spiegato Rossi – è diventata un’avventura intensa e faticosa durata quasi 3 anni. Si è sovrapposta totalmente alla mia vita, come una sorta di parallelo dove elaborare insieme a Germano la perdita di un amore. Nel film c’è la vita di Germano, ma in qualche modo è come se ci fosse anche la mia. La profondità del legame che ho percepito ha così lasciato in me il desiderio di esplorare la forza di questo sentimento e ho così deciso di girare questo documentario che vuole essere testimone della loro esistenza, il tentativo di salvare una storia, o tutte le storie. Quello che credo sia in definitiva il compito del cinema: salvare storie. Per questo credo che “Biografia di un amore” si ponga esattamente alla fine di un percorso che ho iniziato ormai 4 anni fai: dalla storia con la S maiuscola dei precedenti documentari alla storia nascosta tra le pieghe del mondo perchè in qualche modo è la storia di tutti noi a scorrere nel mondo e permetterne una narrazione. Personalmente ritengo che sia il mio film più personale, il più intimo che ho fatto”.
Biografia di un amore è un progetto artisticamente misterioso, un ibrido tra finzione, documentario, repertorio e animazione, difficile da catalogare all’interno della nostra cinematografia. “Volevo qualcosa di diverso, scoprire nuovi linguaggi” commenta sempre Samuele Rossi. “M’intrigava molto il fatto di usare l’animazione, un linguaggio di per sé liquido, immateriale, per la parte della voce narrante che andava lentamente perdendo i ricordi, la cognizione della realtà, in lotta con una malattia così terribile e la sensazione di totale smarrimento. E credo sia stata la scelta giusta, qualcosa che dà ancora più consistenza al senso del film”.
Il film vede la partecipazione dei collaboratori storici del regista: Maria Rosaria Furio alla fotografia, Giuseppe Cassaro alle musiche, Edgar Iacolenna al suono e Filippo Montemurro al montaggio. Inoltre significativa la collaborazione con i 2 animatori che hanno lavorato lungamente per raggiungere il risultato desiderato sull’animazione del film: Francesca Marinelli e Lorenzo Nuti. “E’ stato un film corale nel vero senso della parola. Ognuno dei miei collaboratori ha capito il cuore che batteva dentro questa storia e mi ha regalato una disponibilità che prima di tutto è stata emotiva, profondamente desiderosa di porsi in ascolto delle emozioni che volevamo esprimere con il film. Considero il lavoro di tutti loro un vero e proprio dono, fatto a me, ma soprattutto al film e a Germano.”
La produzione del film è stata sostenuta anche attraverso una campagna di Crowdfunding su Produzioni dal Basso e vede la partecipazione anche di Solaria Film di Emanuele Nespeca e della giovane Bar Stories.
Samuele Rossi presenta così questo suo nuovo lavoro dopo il recente successo del film documentario “Indro. L’uomo che scriveva sull’acqua.”, al debutto su Sky Arte nel 2016, e il successo di critica e pubblico ottenuto con La memoria degli ultimi nel 2014.
Per informazioni www.echivisivi.it