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L’usignolo e l’allodola di Sigi Rothemund in home video

Esce per RIPLEY’S HOME VIDEO L’usignolo e l’allodola (Es war nicht die Nachtigall, Germania 1974) è un film diretto dal tedesco Sigi Rothemund e interpretato da un’inarrivabile Sylvia Kristel, reduce dal successo mondiale di Emmanuelle, un classico dell’eros anni Settanta

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Esce per RIPLEY’S HOME VIDEO L’usignolo e l’allodola (Es war nicht die Nachtigall, Germania 1974) è un film diretto dal tedesco Sigi Rothemund e interpretato da un’inarrivabile Sylvia Kristel, reduce dal successo mondiale di Emmanuelle, un classico dell’eros anni Settanta. Ne L’usignolo e l’allodola il dispositivo erotico viene riconosciuto come bisogno primario dell’essere umano, liberatorio e mai discriminatorio. Siamo nei caldi territori dell’eros, un genere che si viene definendo negli anni Sessanta-Settanta e che gioca, narrativamente e visivamente, il celare e l’esibire al nostro sguardo superando, però, le allusioni di tante commedie sofisticate (su tutti i film di Lubitsch) causate dal codice Hays.

In L’usignolo e l’allodola centrale è il corpo femminile, un corpo che da sempre ha abitato il cinema nelle più svariate forme della seduzione ma che inizia un percorso più stabile di liberazione a partire dagli anni Cinquanta: dalla Carroll Baker velata dal provocante Baby Doll (Baby Doll, 1956) alla Brigitte Bardot che balla il mambo (Piace a troppi, 1956) fino all’ingenuo erotismo di Marilyn Monroe. Siamo in prossimità di quel sovvertimento dell’immaginario erotico provocato (anche) dalla rivoluzione sessuale degli anni Sessanta che determinò, successivamente, una nuova estetica di questo genere.

In Europa sono i Paesi del Nord a realizzare film con un alto tasso erotico già negli anni Cinquanta (si pensi agli svedesi Ha ballato una sola estate di Arne Mattson del 1951 e a Io sono curiosa di Vilgot Sjöman del 1967) ma non mancano registi, perlopiù francesi, che si spingono oltre le convenzioni in uso della rappresentazione del desiderio e del piacere erotico (si pensi a Les amants di Louis Malle del 1958 o a Il maschio e la femmina di Jean-Luc Godard del 1966). Gli anni Settanta sono segnati da un nuovo immaginario erotico che trova in Emmanuelle il suo baricentro. Emmanuelle e L’usignolo e l’allodola, girati nello stesso anno, danno un nuovo volto e un nuovo corpo a questo immaginario, quello di Sylvia Kristel.

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