L’odore della notte è un film del 1998 diretto da Claudio Caligari. È il secondo lungometraggio del regista a 15 anni dal suo esordio, parte di una ideale trilogia che si apre con Amore Tossico e si chiude con Non essere cattivo. Fu uno dei due film italiani presentati fuori concorso alla 46ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il film è liberamente ispirato al romanzo Le notti di arancia meccanica di Dido Sacchettoni
L’odore della notte è un film del 1998 diretto da Claudio Caligari. È il secondo lungometraggio del regista a 15 anni dal suo esordio, parte di una ideale trilogia che si apre con Amore Tossicoe si chiude con Non essere cattivo. Fu uno dei due film italiani presentati fuori concorso alla 46ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il film è liberamente ispirato al romanzo Le notti di arancia meccanica di Dido Sacchettoni.
La storia
Ambientato alla fine degli anni settanta, il film narra la vicenda di un gruppo di rapinatori dell’estrema periferia di Roma specializzato nell’assalto ai “quartieri alti”, in una sorta di rivalsa verso i più fortunati. La banda aggancia le proprie vittime per strada, seguendole in macchina, e poi si intrufola nelle case dei borghesi seminando il terrore. A guidare la banda è Remo Guerra, un giovane arrabbiato che per un po’ continua a fare di professione il poliziotto. Ma nonostante i continui successi della banda, in Remo si affaccia una crisi di coscienza: è giusto che sia lui, rapinatore dei ricchi, a rivelare le contraddizioni della società?
Riferimenti
Il film ha due espliciti riferimenti al film di Martin Scorsese, Taxi driver, con due scene analoghe. La prima quando il protagonista si allena a puntare e mirare con la pistola davanti lo specchio, la seconda quando con la gamba fa cadere volontariamente la televisione a terra.
È presente una auto-citazione del suo precedente film Amore tossico nel momento in cui, al ritorno da una delle rapine, Maurizio si ferma per vomitare sul ciglio della strada e viene poi seguito dal Rozzo. In Amore tossico questa scena veniva interpretata alla stessa maniera da Ciopper e Enzo.