Squadra che vince non si cambia!
Quindi, con l’effettista Anthony C. Ferrante dietro la camera di ripresa e Ian”Beverly Hills 90210”Ziering di nuovo nei panni dell’ammazza-squali svolazzanti Fin Shepard, la famigerata Asylum prosegue quella che è probabilmente la sua saga più redditizia sfornando Sharknado 4 (2016), reso disponibile su supporto dvd italiano – come i tre precedenti – da Minerva pictures.
Un quarto capitolo che, riallacciandosi alla fase conclusiva d’ambientazione spaziale che aveva caratterizzato il terzo, mira in maniera evidente ad omaggiare la saga Star wars fin dal titolo originale (Sharknado 4: The 4th awakens), aprendosi oltretutto attraverso una didascalia introduttiva analoga a quella divenuta il marchio di fabbrica del franchise fantascientifico creato da George Lucas.
Didascalia mirata a mettere al corrente del fatto che sono trascorsi cinque anni dall’ultimo tornado di pescecani in quanto l’azienda tecnologica Astro-X ha sviluppato un rivoluzionario sistema per stabilizzare l’atmosfera e prevenire il pericolo impiegando reattori a base di energia pulita e a basso costo; senza immaginare, però, che l’inizio di un nuovo incubo sia alle porte.
Perché, non appena ritroviamo il già citato Fin in vacanza a Las Vegas insieme alla cugina e al figlio maggiore, una imponente tempesta di sabbia si abbatte sul posto, dove, tra l’altro, si sta inaugurando un hotel contenente decine di squali in qualità di attrazione turistica.

E, tra sosia di Vin Diesel, Elvis Presley e Wolverine e l’entrata in scena di spogliarellisti proto-Magic Mike, è già a partire dal lungo prologo che s’intuisce tranquillamente la maniera in cui, stavolta, si spinga ancora di più sul pedale della demenzialità.
Del resto, se da un lato la defunta moglie del protagonista April alias Tara Reid torna in azione trasformata in una sorta di cyborg capace di volare come Iron man e fornito di spada laser ed altre armi assortite al posto di una delle mani, dall’altro si parla di roccianado, fuoconado, fulminenado, lavanado, muccanado e, addirittura, nuclearnado.
Man mano che il veterano Gary Busey di Un mercoledì da leoni (1978) entra in scena nei panni del padre di lei e David Hasselhoff, invece, torna in quelli del colonnello della Nasa genitore di Fin, tra l’altro con le ex colleghe baywatchane Alexandra Paul e Gena Lee Nolin pronte a fare la loro apparizione.
Rappresentando soltanto due dei volti noti del grande e piccolo schermo (e non solo) coinvolti nel corso della velocissima oltre ora e venti di visione; come pure il mitico Steve Guttenberg di Scuola di polizia (1984), il Gilbert Gottfried di Piccola peste (1990) e il boss della Troma Lloyd Kaufman.
Senza contare la Caroline Williams di Non aprite quella porta parte 2 (1986), che si cimenta, ovviamente, nel ruolo di venditrice di motoseghe affiancata da una famiglia praticamente derivata da quella di Leatherface.
Contribuendo alla ricchezza di divertente citazionismo che, comprendente perfino la rossa Plymouth Fury di Christine – La macchina infernale (1983) di John Carpenter, si rivela il piatto forte dell’ennesimo, ultra-folle spettacolo asylumiano alternato tra splatter e risate annoverante, inoltre, un assalto al Salt Lake Comic Con e un defibrillatore improvvisato tramite l’utilizzo di due piccolissimi squali (!!!).
Francesco Lomuscio