Shutter Island è un film del 2010 diretto da Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Emily Mortimer e Max von Sydow. Il film si basa sul romanzo del 2003 L’isola della paura (Shutter Island) di Dennis Lehane. Negli Stati Uniti e in Canada, inizialmente, il film doveva uscire il 2 ottobre 2009. La Paramount ha però spostato la data d’uscita al 19 febbraio 2010. In Italia il film è stato distribuito da Medusa Film il 5 marzo 2010.
La recensione
Martin Scorsese torna al genere thriller dopo quasi vent’anni, e proprio con Cape fear (1991) il suo nuovo Shutter island condivide il gusto retrò del cinema anni Quaranta, riaggiornato a una grammatica registica che in pochi a Hollywood possono permettersi.
«Ho mostrato alla troupe Vertigine (1944) di Otto Preminger e Le catene della colpa (1947) di Jacques Tourneur prima di iniziare le riprese», commenta lo stesso Martin Scorsese. «A quella linea cinematografica affiancherei anche il cinema di Fritz Lang».
Un prodotto profondamente cinefilo, quindi, che il regista esprime nell’amalgama di fotografia, regia e musiche, riportando alla mente atmosfere care anche all’espressionismo tedesco e, infatti, continua:
«I grandi autori del cinema tedesco sono stati adottati da Hollywood durante il nazismo, e alcuni di loro sono diventati tra i migliori interpreti del thriller e del noir».
Dal punto di vista narrativo il film segue una linearità logica che progressivamente si sfilaccia in situazioni oniriche visionarie decisamente inedite nel cinema dell’autore newyorkese.
La storia è ripresa dal romanzo L’isola della paura dell’ormai gettonatissimo Dennis Lehane, lo scrittore da cui sono stati tratti anche Mystic river (2003) di Clint Eastwood e Gone, baby, gone (2007) di Ben Affleck.
«In qualche modo sono rimasto legato al materiale originale», sottolinea sempre Scorsese, «alla paura e la paranoia che è racchiusa nell’opera letteraria».
Lehane è notoriamente abile nel ricreare i drammi umani della provincia americana, il dolore che non conosce modo di attenuarsi e che alimenta se stesso fino alle estreme conseguenze. Nel caso di Shutter island è immerso più che nelle precedenti trasposizioni in una situazione tipicamente di genere, nonostante il tema del trauma inaccettabile diventa l’effettivo McGuffin della storia. Scorsese pare essere interessato al tema complottistico e paranoico della vicenda, più che al lato umano:
«In qualche modo sono temi che riflettono la mia idea di racconto perché ho i miei dubbi nei confronti dell’autorità».
Interpretazioni da “folli”
Leonardo Di Caprio interpreta Teddy Daniels, un U.S. Marshall che, insieme a un suo collega, indaga in un manicomio criminale sulla scomparsa di una paziente. Nella clinica sono in conflitto le teorie progressiste del dott. Cawley (Ben Kingsley), che vorrebbe curare i pazienti attraverso la terapia e quelle conservatrici e brutali del dott. Nahering (Max Von Sidow), dedito alla lobotomia. Daniels scoprirà un complotto atto a farlo impazzire.
La confezione di Shutter island è assolutamente ineccepibile, com’è ovvio aspettarsi da produzioni di questo calibro. Tuttavia quello che non convince è lo sviluppo finale dell’intreccio che in casi del genere richiede una precisione matematica negli schemi, che manca del tutto. Alla fine della fiera la chiusa risulta forzata e troppo simile a molte opere già viste.