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28 Trieste Film Festival: The Children Will Come di Ana Jakimska

Reso magnetico dall’ambientazione e dalle due bravissime interpreti, The Children Will Come è un piccolo film, inserito nel palinsesto del 28° Trieste Film Festival attraverso il programma Eastweek, che seduce lo spettatore grazie anche all’attento studio delle inquadrature e a quel montaggio fluido, armonico, da cui esce fuori un sintetico racconto iniziatico dalla morale asciutta e concreta. Un bel modo di fare cinema, quindi, per questa giovane e promettente regista macedone, Ana Jakimska, che pare stia già preparando il suo primo lungometraggio.

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Non solo lunghi e documentari, al Trieste Film Festival, ma anche cortometraggi. E tra questi ve ne sono alcuni che, oltre a colpire in positivo per il loro valore formale, artistico, posso vantare anche un’origine particolare, in quanto correlata col festival stesso: fa pertanto piacere che alla quarta edizione un progetto come Eastweek, nato per incoraggiare e sostenere la creatività di giovani cineasti provenienti dall’Europa centro-orientale, sia già in grado di esibire ottimi risultati; al punto che il pubblico triestino ha potuto apprezzare ben due lavori, il cui soggetto è nato e si è poi sviluppato in tale contesto. I corti in questione sono 237 Years (237 ani, il titolo originale) della rumena Ioana Mischie e The Children Will Come (ovvero Kie Dojdat decata), realizzati invece dalla macedone Ana Jakimska.

Della regista attiva a Skopje, Macedonia, ci erano rimasti impressi l’entusiasmo e la grinta da lei esibiti, in quanto vincitrice della seconda edizione di Eastweek. Questo spirito così propositivo si è poi tradotto nella realizzazione di un corto dove l’ottimo studio delle inquadrature si pone al servizio di una traccia narrativa essenziale, quasi scarnificata, la cui sobria morale si carica di significato strada facendo.
Ne è protagonista Velika (interpretata dalla fascinosa Nataša Petrović), giovane e bella maestra scelta per andare a insegnare nella scuola di un remoto villaggio. Nel modo di riprendere il tragitto che la porterà in quel luogo sperduto tra le montagne, ovvero il paesino cui è stata destinata, si percepisce all’interno di ogni singola scena una tensione costante tra l’eleganza della sua tenuta da viaggio e l’aspra, selvaggia magnificenza del paesaggio circostante, tutti aspetti molto ben valorizzati da una fotografia nitida e ricercata.
Ma al suo arrivo la maestrina si dovrà adattare. Nel villaggio non ci sono molte comodità, persino il fuoco deve essere acceso alla vecchia maniera. Questo è ciò che le spiega un’anziana incaricata di accoglierla, di istruirla su come fare, almeno fino a quando la giovane donna non sarà autonoma e quei bambini, attesi inutilmente per giorni e giorni, non si paleseranno a loro volta a scuola, convinti dal fuoco del camino che c’è di nuovo qualcuno preparato ad accudirli e istruirli, in un inverno così rigido. Ma per Velika quella è un’attesa che si prolungherà ancora per un po’, nel dubbio che riesca o meno a inserirsi in una situazione così nuova e difficile.
Reso magnetico dall’ambientazione e dalle due bravissime interpreti, The Children Will Come è un piccolo film che seduce lo spettatore grazie anche all’attento studio delle inquadrature e a quel montaggio fluido, armonico, da cui esce fuori un sintetico racconto iniziatico dalla morale asciutta e concreta. Un bel modo di fare cinema, quindi, per questa giovane e promettente regista macedone, Ana Jakimska, che pare stia già preparando il suo primo lungometraggio.

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