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In Sala

Nebbia in Agosto

Nebbia in Agosto racconta una storia originale su aspetti storici poco noti del periodo nazista che aiutano a comporre un mosaico su come a poco a poco si formò la Shoah, con il sostegno e la collusione ad esempio di una classe medica priva di etica. Nebbia in agosto è un film unico, asciutto e commovente al tempo stesso, con attori straordinari

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Sinossi: Germania del Sud, inizio anni ‘40. Ernst è un ragazzino orfano di madre, molto intelligente ma disadattato. Le case e i riformatori nei quali ha vissuto l’hanno giudicato “ineducabile”, ed è stato confinato in un’unità psichiatrica a causa della sua natura ribelle. Qui però si accorge che alcuni internati vengono uccisi sotto la supervisione del dottor Veithausen. Ernst decide quindi di opporre resistenza, aiutando gli altri pazienti e pianificando una fuga insieme a Nandl, una bambina epilettica divenuta sua amica. Ma i ragazzini stanno correndo un pericolo mortale, mentre il nazismo comincia a mostrare la sua vera, mostruosa natura.

Recensione: Qualcuno si potrebbe chiedere perché Nebbia in Agosto (Nebel im august), diretto dal regista tedesco Kei Wessel, un film che non parla espressamente di Shoah, sia stato scelto da un distributore illuminato come Good Films per rappresentare cinematograficamente, quest’anno, il giorno della memoria, 27 gennaio, ricorrenza scelta dall’Assemblea delle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell’Olocausto (proprio in quel giorno nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz). I motivi della scelta sono tutti validissimi: innanzitutto perché il film, basato sulla storia vera del tredicenne tedesco Ernst Lossa, raccontata nell’opera omonima dallo scrittore Robert Domes, mostra la lenta ed inesorabile ‘escalation’ di follia, disumanizzazione e crudeltà che il nazismo, i suoi adepti e simpatizzanti iniziarono ad operare già all’interno della Germania attraverso l’eliminazione progressiva di tutti coloro che, per una qualunque anche lievissima ‘disabilità’, venivano considerati come imperdonabili pecche all’eugenismo già dilagante, e dunque indegni di esistere. Si potrebbe affermare che Hitler ed i suoi odiosi medici abbiano fatto le prove generali in patria, prima di espandere in tutta Europa il metodo dell’epurazione di massa.

Ovviamente, fra i presunti ‘malati’ da sopprimere, finivano anche tutti coloro che si opponevano agli orrori, i dissidenti, i diversi di ogni genere, gli omosessuali, gli zingari. Un altro ottimo motivo per la scelta di questo film è che Nebbia in Agosto racconta una storia originale su aspetti storici poco noti del periodo nazista che aiutano a comporre un mosaico su come a poco a poco si formò la Shoah, con il sostegno e la collusione ad esempio di una classe medica priva di etica. Infatti, proprio in uno dei più noti ospedali dove si cominciavano a sperimentare le cosiddette “eutanasie” (in realtà veri e propri omicidi) di persone diversamente abili a vario titolo, ad Irsee una succursale dell’Ospedale Psichiatrico di Kaufbeuren, viene portato il protagonista della storia, il dodicenne Ernst Lossa, considerato un ragazzo ribelle ed irrecuperabile, in realtà vivace, intelligente e generoso, con il solo difetto di essere un esponente del popolo Jenisch (la terza maggiore popolazione nomade europea, dopo i Rom ed i Sinti), con genitori senza fissa dimora, e di opporsi al progetto degli omicidi dopo aver capito quanto avveniva nella clinica.

Il programma nazista di ‘eutanasia’, denominato Aktion T4, portò Hitler ad uccidere molte migliaia di persone affette (o meno) da malattie genetiche, con l’aiuto di medici consenzienti: oltre ad iniezioni e bevande letali, venne utilizzata anche la cosiddetta “Dieta E”, che provocava la morte per fame e che venne proposta proprio da Valentin Faltlhauser, direttore di Irsee (come si vede nel film in una scena tanto bella quanto spaventosa). Molto importante il ruolo giocato dai medici, figure potenti nella Germania degli anni Quaranta, la cui responsabilità nella costruzione del disegno nazista fu elevatissima, pochi si schierarono contro l’astro nazista nascente, mentre gli stessi medici che praticavano le eutanasie di massa divennero attivi nei campi di concentramento.

Sono convinto che il dottor Veithausen – afferma Sebastian Koch, l’attore che impersona magnificamente il medico di Irsee – non si considerava un delinquente ma pensava di rappresentare una avanguardia scientifica, da qui l’idea di uccidere con un cibo privo di sostanze nutrienti, una morte da malnutrizione o non nutrizione, che appariva teoricamente un modo più “umano” per eliminare qualcuno, per lo meno agli occhi di Veithausen e i nazisti l’applaudirono per la sua trovata“.

La tragica impossibilità per Ernst di tornare col padre, che pure lo viene a cercare in Istituto ma privo dei requisiti necessari per portarlo via con sé (come una residenza stabile); l’amicizia che il ragazzino stringe con una suora infermiera (la quale accortasi di quanto accadeva, cerca di salvare i bambini rivolgendosi anche, inascoltata, alle alte gerarchie ecclesiastiche);  la complicità con la dolce Nandl, una ragazzina dall’intelligenza acuta che soffriva di crisi epilettiche e della quale Ernst s’invaghisce; l’arrivo presso la clinica psichiatrica dell’angelo della morte, un’infermiera giovane e bellissima che col sorriso sulle labbra somministra la morte a bambini inermi mescolando sostanze letali a succo di lampone; i drammatici  tentativi di fuga di Ernst mai abbastanza convinti, nella speranza di non partire da solo; la malinconica e l’angoscia mista a poesia che pervadono l’intera pellicola, mentre la tensione sale in attesa di capire chi dei protagonisti del film si salverà e chi no, mentre aleggia su tutto il vento gelido degli anni oscuri a venire; tutto questo rende Nebbia in agosto un film unico, asciutto e commovente al tempo stesso, con attori straordinari. “Volevo raccontare una storia che desse la possibilità anche a dei sedicenni di confrontarsi con questo argomento – ha spiegato il regista – volevamo fare un film vivace, emozionante e commovente che raccontasse questa storia attraverso una narrazione autentica e realistica, e che avesse anche una potenza cinematografica”. Di certo tale intento è stato raggiunto.

Elisabetta Colla

  • Anno: 2016
  • Durata: 126'
  • Distribuzione: Good Films
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Germania
  • Regia: Kai Wessel
  • Data di uscita: 19-January-2017

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