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‘xXx: il ritorno di Xander Cage’. La recensione del film su Netflix

Ben quindici anni fa, la saga di xXx esordiva al cinema, portando sullo schermo uno dei personaggi più amati del cinema d’azione, l’agente Xander Cage, interpretato da Vin Diesel. La filosofia di fondo non cambia in questo ultimo film diretto da DJ Caruso, ma viene portata agli estremi con sequenze di inseguimenti in moto e sparatorie inverosimili, che, a discapito della trama, rischiano di annoiare anche gli amanti del genere

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xXx: il ritorno di Xander Cage è un film di genere action del 2017 diretto da D.J. Caruso, con protagonista Vin Diesel. Il lungometraggio è il capitolo conclusivo di una trilogia, iniziata nel 2002 con xXx e a cui ha fatto seguito xXx 2: The Next Level.

La pellicola è prodotta da Revolution Studios, One Race Films Roth/Kirschenbaum Films. Disponibile su Netflix.

xXx: il ritorno di Xander Cage, la trama

L’agente dell’NSA Xander Cage (Vin Diesel) è riuscito ad inscenare la sua morte. Vive ora in incognito continuando a coltivare la passione per gli sport estremi. Tuttavia, l’improvvisa morte del suo reclutatore Gibbons lo convince ad accettare un’altra missione segreta. Deve scoprire chi è riuscito ad impossessarsi del Vaso di Pandora, un dispositivo capace di intercettare la posizione di alcuni missili e deviarli sulla terra. Cage riesce a formare una squadra di personaggi alquanto bizzarri e con loro va in missione nelle Filippine. Qui scopre che a capo dell’impresa c’è Xiang (Donnie Yen), ex agente del progetto xXx proprio come lui. Gli eventi dimostreranno che dietro la sparizione del congegno c’è molto di più di quanto sembra. Interessi che porterebbero ad un nuovo conflitto tra le nazioni.

xXx: il ritorno di Xander Cage, la recensione

Ben quindici anni fa, la saga di xXx esordiva al cinema, portando sullo schermo uno dei personaggi più amati del cinema d’azione. Si tratta dell’agente Xander Cage, interpretato da Vin Diesel, ora diventato una vera e propria icona del genere action. Il  successo del personaggio può essere spiegato in diversi modi. L’approccio da uomo rude ma simpatico o il mix di cappotti di pelliccia e canottiere che lo fanno apparire come una vera e propria parodia trash di James Bond. L’agente Cage ha soprattutto la tendenza a sfidare il limite che impone qualsiasi situazione pericolosa, che è uno dei tanti motivi che lo spingono a rientrare in azione. Una filosofia che non cambia neanche in questo ultimo film diretto da D.J. Caruso. Anzi, viene portata agli estremi con sequenze di inseguimenti in moto e sparatorie inverosimili che, a discapito della trama, rischiano di annoiare anche gli amanti del genere.

La sceneggiatura, infatti, rimarca con alcune varianti situazioni già viste nei precedenti film, come gli immancabili incontri con belle donne seguiti dalla frase “Cosa mi tocca fare per il mio paese!”. Anche i ruoli femminili appaiono più influenzati dall’ondata di testosterone che si respira nel film. Ne è un esempio il personaggio di Ruby Rose.

Un film riuscito solo in parte, ma che non curandosi delle stroncature della critica piace soprattutto al pubblico maschile. Volente o nolente, questa parte dell’audience si rispecchia nella filosofia della “Zona Xander”,  apprezzando  un personaggio che unisce l’amore e il desiderio di libertà all’essere poco sofisticati. Un successo che continuerà visto il grande affetto dimostrato dal pubblico per la saga, anche quando il protagonista era interpretato dal rapper Ice Cube.

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