Peter Forbes-Robertson veste i panni del dottor Lawrence Phillips, il quale, dedito su una tranquilla isola irlandese a rivoluzionari esperimenti biologici con l’obiettivo di debellare le più gravi malattie che affliggono l’umanità, genera accidentalmente spaventosi esseri tentacolati che si riproducono in maniera incontrollabile ed amano nutrirsi del calcio contenuto nelle ossa dei corpo umano.
Vengono infatti letteralmente consumati nello scheletro e ridotti ad informi ammassi di carne tutti coloro che ne cadono vittime in S.O.S. i mostri uccidono ancora (1966), che, girato a basso costo dal Terence Fisher autore del mitico Dracula il vampiro (1958) con Christopher Lee, recupera da quel classico del cinema dei succhiasangue l’infallibile Peter Cushing per porlo nel ruolo del dottor Stanley, unico che sembrerebbe in grado di fronteggiare la minaccia.
Al servizio di una commistione di horror e fantascienza che, proprio a causa del budget ristretto, lascia in un certo senso a desiderare per quanto riguarda il look delle creature striscianti, ma, in maniera paradossale, grazie soprattutto alla loro somiglianza con aspirapolveri le rende elementi trash, capaci non poco di divertire lo spettatore odierno e di (ri)conquistare il cuore di quello nostalgico.
Commistione di horror e fantascienza piuttosto movimentata e culminante in una situazione d’assedio che sembra anticipare quella proposta in seguito da George A. Romero ne La notte dei morti viventi (1968); per poi culminare in un finale aperto decisamente avanti coi tempi se pensiamo all’anno di produzione della pellicola.
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Pellicola che, con alcune sequenze in lingua originale sottotitolata in italiano e trailer nella sezione riservata ai contenuti speciali, viene restaurata in alta definizione dal negativo 35mm e proposta in dvd dalla stessa Sinister Film che provvede a recuperare dal dimenticatoio anche il tanto sconosciuto quanto interessante Né mare né sabbia (1972), unico lungometraggio cinematografico diretto dal televisivo Fred Burnley, prematuramente scomparso a soli quarantadue anni.
La storia di Hugh, ovvero Michael Petrovitch, convivente insieme al bigotto fratello George interpretato da Frank”La chiave”Finlay e che si innamora di Anna Robinson alias Susan Hampshire, donna sposata in vacanza, della quale diventa amante per poi morire nel corso di un viaggio in Scozia, sulla spiaggia, a causa di un attacco cardiaco.
Segnando, però, soltanto l’inizio di un vero e proprio melodramma al morto vivente che viene una gran voglia di definire quale precursore zombesco e decisamente più pessimista di Ghost – Fantasma (1990) di Jerry Zucker; in quanto la sera, resuscitato e muto, l’uomo si ripresenta dalla amata che decide di portarlo dal fratello, che non manca di accusarla di avere contatti con il demonio ed è intento a sottoporre Hugh ad un esorcista. Senza immaginare le drammatiche conseguenze destinate a movimentare una oltre ora e mezza di visione evidentemente leggibile in qualità allegoria in fotogrammi relativa alle conseguenze dell’esasperazione dell’amore… accompagnata nel comparto extra da una galleria fotografica e da The thirteen day of Christmas, sesto episodio della serie tv di metà anni Ottanta Time for murder, scritto dallo stesso Gordon Honeycombe sceneggiatore del film, tratto da un suo romanzo.
Francesco Lomuscio