Terza fatica del Giorgio Amato autore dei thriller Circuito chiuso e The stalker, nelle sale abbiamo avuto modo di vederla a Maggio 2016, consentendoci di godere di una storia di ordinaria corruzione ispirata a fatti “probabilmente accaduti”.
Infatti, introdotto da un’apertura all’insegna della tragedia, non esita a lasciar intendere che voglia prendersi tutt’altro che sul serio Il ministro, destinato a rinchiudere la macchina da presa tra le mura dell’abitazione di Rita alias Alessia Barela e del marito Franco, imprenditore sull’orlo della bancarotta che, con le fattezze di Gianmarco Tognazzi e la salvezza della sua società appesa ad un grosso appalto pubblico che potrebbe ottenere grazie all’aiuto del ministro Rolando Giardi, ovvero il gomorriano Fortunato Cerlino, decide di invitarlo a cena per fargli trovare una cospicua tangente ed una ragazza disposta a farci sesso.
La Jun Ichikawa de La terza madre, quest’ultima, che, oltre a far prendere una piega inaspettata alla serata, costituisce accanto alla già citata Barela e alla Ira Fronten coinvolta nei panni della domestica Esmeralda il campionario di figure femminili ottimamente delineate come pure quelle maschili; comprendenti, inoltre, il Michele di Edoardo Pesce, socio e cognato di un protagonista che tanto ricorda i più viscidi personaggi che popolarono il risiano I mostri.
Personaggi i cui imprevedibili comportamenti finiscono per generare la tensione necessaria ad un’operazione dall’impianto teatrale ma dal respiro fortemente cinematografico, tra discussioni sulle abitudini alimentari vegane ed una conversazione dall’esito esilarante riguardante un amore di gioventù del politico.
Tanto che, in evidente aria di denuncia nei confronti della piuttosto sporca gestione del potere e di ciò che porta spesso una buona fetta di comuni mortali ad assecondarlo per ottenere vantaggi, ciò che viene fuori è una divertente e ritmata black comedy infarcita di (retro)gusto fortemente amaro.
Divertente black comedy che viene finalmente resa disponibile su supporto dvd dalla stessa 01 cui si deve anche l’edizione in home video – con trailer e galleria fotografica quali extra – di Vita cuore battito, ovvero il debutto su grande schermo dei Monica Lima ed Enzo Iuppariello che, meglio conosciuti con lo pseudonimo Arteteca, rientrano tra i noti volti comici partenopei della popolarissima trasmissione televisiva Made in Sud.
Volti comici che, sotto la regia del Sergio Colabona particolarmente attivo nell’ambito degli show da piccolo schermo – da Affari tuoi a Grande fratello Vip – ma con all’attivo anche i lungometraggi Passannante e Attesa e cambiamenti, concedono in questo caso anime e corpi a due fidanzati della periferia napoletana alle prese con una vita monotona seppur estrosa a causa delle loro personalità.
Almeno soltanto all’inizio della circa ora e mezza di visione, perché, se lei lavora come parrucchiera ed estetista ed è anche una volubile esteta, lui, perennemente distratto commesso di negozio di abbigliamento giovanile che sembrerebbe non perdere il posto più per pietà del suo datore che per elevate attitudini professionali, un giorno vince al clandestino un terno al lotto.
Vincita una cui parte viene saldata attraverso un viaggio che li porta tra monumenti, concerti e, addirittura, una visita presso il Museo degli Uffizi dove non mancano di sfoggiare in maniera piuttosto imbranata la propria ignoranza, richiamando in un certo senso alla memoria Le vacanze intelligenti di Alberto Sordi e Anna Longhi nel collettivo Dove vai in vacanza?.
Perché, mentre il ricco cast annovera, tra gli altri, Gino Cogliandro dei Trettré e Nunzia”Reality”Schiano e viene osservato grottescamente che “La zizza è mezza bellezza” (!!!), la sequela di sketch e situazioni – con tanto di proposta di scambio di coppia – volte a strappare risate mira chiaramente a fornire una variante campana delle imprese da ingenuo nostrano calato in un contesto molto più grande di lui, che si tratti del golden boy pugliese Checco Zalone o dei suoi illustri predecessori.
Fino ad un risvolto di sceneggiatura che, un po’ come Italiano medio di Maccio Capatonda, favorisce l’emersione di un certo attacco al gettonatissimo universo dei reality show.
Francesco Lomuscio