Sinossi: Howard (Will Smith) è un pubblicitario devastato da un evento estremamente tragico. A quel punto, alcuni suoi amici escogitano un piano drastico per evitare che perda interesse in ogni cosa. Spingendolo al limite, lo costringono a confrontarsi con la verità con modi umani profondi e sorprendenti. Howard, arrabbiato con il mondo, scrive tre lettere al Tempo, alla Morte e all’Amore che gli risponderanno palesandoglisi.
Recensione: Collateral Beauty è il film delle vacanze natalizie diretto da David Frankel (Il diavolo veste Prada). Uscito a metà dicembre negli Stati Uniti, l’ultima fatica di Will Smith è arrivata nelle nostre sale quando il Natale è ormai finito da dieci giorni e, come già aveva fatto in patria, sta continuando a deludere pubblico e critica.
Il film vanta tra i suoi interpreti Will Smith, Kate Winslet, Keira Knightley, Helen Mirren, Edward Norton, Michael Peña, Naomie Harris ed Enrique Murciano. Con un cast di questo livello ed un budget di soli 36-40 milioni di dollari Collateral Beauty è un piccolo miracolo dal punto di vista produttivo e, nonostante le critiche negative ricevute, ha incassato, fino ad ora, poco più di 59 milioni di dollari dimostrandosi comunque un discreto successo al botteghino.
Ispirandosi a Canto di Natale di Charles Dickens, Collateral Beauty è caratterizzato da una verbosità che a tratti disturba a causa dei lunghi, melensi e (molto spesso) retorici dialoghi. La sceneggiatura pecca inoltre in un altro punto: nulla viene lasciato all’immaginazione o alla capacità inferenziale del pubblico. Tutto viene spiegato nei minimi dettagli e ciò è dovuto, secondo me, ad una scarsa fiducia nell’intelletto degli spettatori.
Gli attori non sono diretti nella maniera che ci si aspetterebbe da il regista de Il diavolo veste Prada. Will Smith non è più, ormai, da diversi anni il bravo attore che era fino al 2006: a causa di una recitazione ridondante e, a mio avviso, eccessiva, il film risulta molto pesante. La fotografia è probabilmente l’unico elemento che funziona. Protagoniste di ogni frame sono le luminarie di Natale, a volte più presenti o a volte più discrete, che colorano e illuminano ogni singola inquadratura, creando l’atmosfera giusta e dando alle immagini una complessità non scontata.
Per concludere, Collateral Beauty è il classico film natalizio strappalacrime per famiglie che purtroppo non riesce a coinvolgere lo spettatore e che risulta quindi noioso se non addirittura pesante.
Andrea Bianciardi