Sinossi: Erminio e Prisco sono due fratelli, figli di un boss della malavita romana detto “ Er Duca”. Quando il cospicuo patrimonio del padre viene pignorato da Equitalia, Erminio decide di rintracciare il fratello (che nel frattempo ha deciso di cambiare vita e diventare un impeccabile boyscout) per aiutare il padre: il piano, infatti, è quello di andare a Londra per vendere il ristorante di cui il padre è cointestatario e adesso gestito da un vecchio amico di famiglia detto “O’ Barone”. Si scopre però che anche il ristorante naviga in cattive acque dato il grosso debito contratto con uno strozzino soprannominato Robocop. Che fare?. Viene in soccorso la geniale idea di organizzare il rapimento dei famosi cani della regina d’Inghilterra, ricostruendo una banda alquanto strampalata. L’impresa riuscirà
Recensione: Volfango De Biasi si cimenta per la seconda volta con il genere “cinepanettone”, visto il successo di Natale col boss dello scorso anno, tentando di replicarne l’esito. Sceglie ancora una volta Lillo e Greg come protagonisti, visto l’affetto dimostrato dal pubblico. A fare loro da spalla troviamo attori di un certo spessore, come Ninetto Davoli, molto credibile nel ruolo di boss della mala romana, visti anche i trascorsi del cinema pasoliniano, e soprattutto Nino Frassica, che in molti casi si rivela la vera sorpresa del film, interpretando il personaggio più furbo. Non si può non parlare degli altri membri del cast, come il duo degli Arteteca, che dimostra di avere buoni tempi comici, ma a volte rischia di essere ripetitivo nelle varie situazioni che si vengono creare (la coppia di fidanzati che non si decide a sposarsi). Paolo Ruffini ed Eleonora Giovanardi, con i personaggi di Vanni ed Anita, propongono una storia d’amore in cucina che ricorda molto quella tra i protagonisti di Ratatouille della Disney.
La sceneggiatura di Natale a Londra – Dio salvi la Regina, dello stesso regista e di Alessandro Bencivenni, pur offrendo situazioni comiche spassose, come l’alter ego di Prisco che si risveglia davanti ad uno specchio, oppure la ricerca dei membri della banda che si rivelano degli imbranati, rischia di deludere lo spettatore, soprattutto nel finale, dove sembra di trovarsi in un film di kung fu. Lato positivo del film è quello di non sfociare nella volgarità come spesso accade nel genere di film proposto.
Alessia Di Fazio