‘Sing’ l’animazione firmata Illumination Entertainment
Con le musiche composte da Joby Talbot, Sing conta 65 canzoni (che spaziano da Frank Sinatra a Lady Gaga) ed è realizzato dalla compagnia Illumination Entertainment
Sing , in streaming su Netflix, è un film d’animazione realizzato dalla Illumination Entertainment, madrina dei Minions.
Diretto da Garth Jennings e distribuito Universal Pictures, il film è disponibile anche su Prime.
Sing la trama
Buster Moon è un koala piuttosto singolare: considerato da molti un impresario, un visionario e persino un anticonformista, investe tutti i soldi ereditati da suo padre nella direzione di un vecchio teatro, ormai caduto in malora. Nonostante gli evidenti fiaschi al botteghino, egli non perde mai l’ottimismo, neanche quando la banca minaccia di sequestrargli il teatro. Per far fronte ai suoi debiti, Buster organizza una gara di canto promettendo in palio 100.000$. Eliminando via via i meno talentuosi, i finalisti saranno solo cinque: Ash, un porcospino punk-rock, Johnny il gorilla, Crooner il topo, i maiali Rosita e Gunter e la timida elefantessa Meena.
La Recensione
La mania dei talent show ha invaso le televisioni di tutto il mondo, arrivando lentamente ad insediarsi anche nel cinema. Nasce così il progetto della Illumination Entertainment – madrina degli strampalati Minions .
Sing è una pellicola d’animazione irriverente e beffarda che studia il meccanismo della creazione di un mito di massa per svelarlo dall’interno.
Il protagonista è un koala che ha investito tutti i soldi di suo padre nella realizzazione di un’idea formatasi quando aveva solo sei anni. Assistendo a uno spettacolo teatrale, egli si innamorò immediatamente del teatro, delle sue luci, delle scene e del suo odore, decidendo di creare lui stesso un luogo di meraviglie e di magia. Il confronto tra immaginazione e realtà, però, è talmente duro che il suo sogno si frantuma poco dopo aver fatto capolino nel mondo reale. I suoi progetti, infatti, si rivelano vuoti e pretenziosi e i suoi spettacoli non sono degni del nome che portano. Per questo motivo, Buster utilizza l’espediente di un concorso canoro che prevede un premio in denaro per il vincitore. La competizione porta tutti i partecipanti a mettersi in discussione per adeguarsi ai gusti degli impresari e dello stesso pubblico, ma soltanto pochi, però, impareranno che la vittoria può essere conquistata solo con il duro lavoro di squadra.
Diretto da Garth Jennings, regista di Guida galattica per autostoppisti, Sing ricorre ad escamotage metacinematografici portando la macchina da presa a scavalcare il sipario per entrare dietro le quinte e poi salire sul palcoscenico insieme ai protagonisti. In questo modo, vengono ripresi ogni sorriso e lacrima necessaria all’affermazione del singolo, conducendo subito la pellicola a fare il verso prima alla quantità spropositata di mediocri programmi televisivi che sfruttano i suoi interpreti come fossero burattini, e poi a se stesso per essersene rivelato portavoce. È una pellicola particolare, dunque, arrogante, forse, commerciale sicuramente nella scelta dei brani musicali di Kate Perry e Taylor Swift. Eppure, Sing va considerato soprattutto un prodotto coraggioso e intraprendente che si mette in gioco solo per farsi smascherare.
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