Nel tessuto ricco e complesso del panorama cinematografico tedesco, Edgar Reitz emerge come una figura leggendaria, acclamata per il suo genio visionario e la sua audacia artistica. Nato nel pittoresco villaggio di Morbach nel 1932, Reitz ha trascorso una vita immersa nell’arte cinematografica, plasmando opere iconiche che hanno affascinato e ispirato milioni di spettatori in tutto il mondo.
Oggi vi consigliamo due suoi film degli anni ’70 da vedere assolutamente:
IL VIAGGIO A VIENNA
Quest’opera rappresenta un vero affronto nei confronti della società tedesca, infrangendo una regola e un tacito accordo, quella che “imponeva” la rimozione del nazismo. Edgar Reitz narra una vicenda ambientata durante il regime hitleriano nei toni della commedia.
La critica non accolse favorevolmente questo film che, a distanza di anni, rappresenta, al contrario, una chiave di lettura interessante sulla società tedesca dell’epoca, sulla sua incapacità di elaborare una prospettiva critica a favore di una cultura tutta rivolta ad esaltare il lusso e lo svago. Questo era il sostrato culturale che permise l’adesione e l’ampio consenso al regime hitleriano.
Il film ebbe una lavorazione difficile dal punto di visto di economico, costringendo il regista a vendere alcuni proprietà per ultimare le riprese.
Il Viaggio a Vienna
(Die Reise nach Wien, Germania, 1973, colore, dur. 101’)
Regia: Edgar Reitz
Sceneggiatura: Edgar Reitz, Alexandre Kluge
Con: Elke Sommer, Hannelore Elsner, Mario Adorf, Nicolas Brieger, Ferdy Mayne, Jan Mayer
ORA ZERO
“Girato in un mese e mezzo nel corso del 1976, ‘Ora Zero’ (Stunde Null) è scritto da Edgar Reitz insieme a Peter Steinbach che realizzerà anche la sceneggiatura del primo ciclo di ‘Heimat‘. Un punto di non ritorno e di nuovo inizio per la Germania.
Presentato al Festival di Cannes del 1977 all’interno della sezione Quinzaine des Realisateurs, ottiene due importanti riconoscimenti tedeschi, il Nastro d’Argento 1977 e il Premio Adolf Grimme d’Argento nel 1978, ma va decisamente male al botteghino, finendo per non essere neppure distribuito all’estero. Interpretato da attori sconosciuti al grande pubblico (molti dei quali provenienti dal teatro), il film trova la sua base narrativa nei ricordi di regista e sceneggiatori, all’epoca della fine della guerra poco più che bambini.
Utilizzando il dialetto sassone e attori provenienti da quella zona della Germania e ricorrendo a una recitazione tra l’improvvisato e lo straniante, Ora Zero rappresenta un’importante tappa nel processo di crescita autoriale di Edgar Reitz. Un film che, stando alle dichiarazioni del regista, è rilevante per l’attenzione nei confronti della storia nazionale raccontata attraverso il punto di vista di persone comuni, modalità che, come noto, sarà alla base dei diversi cicli di ‘Heimat’”. (Claudio Di Minno)
Ora Zero
(Stunde Null, Germania, 1977, b/n, dur. 108’)
Regia: Edgar Reitz
Sceneggiatura: Edgar Reitz, Peter Steinbach
Con: Kai Taschner, Anette Jünger, Herbert Weiβbach, Klaus Dierig, Günter Schiemann, Erika Wackernagel, Torsten Henties, Erich Kleiber, Bernd Linzel, Edith Kunze.