fbpx
Connect with us

In Sala

Florence

Per questa storia singolare il regista Stefhen Frears non poteva trovare cast migliore. Meryl Streep, soprattutto, sa farci divertire, stupire e commuovere. Rende perfettamente quanto Forence Florence Foster sia stata incredibile e reale, e quanto autentica la sua passione

Pubblicato

il

Sinossi: Nel 1944 l’ereditiera Florence Foster Jenkins è tra le protagoniste dei salotti dell’alta società newyorchese. Mecenate generosa, appassionata di musica classica, Florence, con l’aiuto del marito e manager, l’inglese St. Clair Bayfield, intrattiene l’élite cittadina con incredibili performance canore, di cui lei è ovviamente la star. Quando canta, quella che sente nella sua testa come una voce meravigliosa, è per chiunque l’ascolti orribilmente ridicola. Protetta dal marito, Florence non verrà mai a conoscenza di questa verità. Solo quando Florence deciderà di esibirsi in pubblico in un concerto alla Carnegie Hall, senza invitati controllati, St. Clair capirà di trovarsi di fronte alla più grande sfida della sua vita.

Recensione: Si esce dal cinema con i gorgheggi stonati di Meryl Streep nelle orecchie e la voce suadente di Hugh Grant che pronuncia frasi d’amore senza sosta,  la chiama “Coniglietto” e non si risparmia  neppure un “ti amo”.  Situazioni che apparirebbero un po’ ridicole data l’età, ma il matrimonio di due anime giustifica questo ed altro. Sono sposati pur non essendolo, nonostante lui la sera vada a casa sua, dove l’aspetta una donna molto più giovane ed attraente.

Sono Florence Foster Jemkins e St.Clair Bayfield, e la storia del film è una storia vera.  Lei, ereditiera americana, filantropa, che  dona tutto quello che può (e può tanto) alla musica;  lui, un attore di scarso successo che ha trovato in Florence la sua ragione di vita, dal punto di vista pratico ed affettivo. L’asseconda in ogni stravaganza, in ogni vezzo, in ogni progetto, anche quello di prendere lezioni di canto, fino al suo desiderio di tenere concerti; ultimo quello al Carnegie Hall, tremila posti: un azzardo indicibile.

È un uomo falso Clair mentre finge di non sentire la voce che si sforza troppo, che  le muore in gola, e quegli acuti che fanno sobbalzare sulla sedia? No, vive una dedizione assoluta, tanto da coinvolgere anche il pianista, Cosme McMoon (Simon Helberg), prima felice della paga insperata, poi riluttante ad apparire in pubblico perché sa che potrebbe giocarsi la carriera; infine anche lui conquistato da questa donna così particolare, buffa, ma anche tenera, determinata, bizzarra. Nel film e nella realtà, alcune persone fingono di non sentire le stonature di Florence per interesse, ma molti altri piace sul serio (Per l’innocenza? La forza di volontà? La simpatia?). Basti dire che tra i venticinque dischi di vinile preferiti da David Bowie ce n’era uno suo: The Glory of the Human Voice.  Si trova su Youtube, ascoltatelo: riso o sorriso sono assicurati.

Siamo nella prima parte degli anni Quaranta e c’è la guerra; Florence non dimentica i soldati al fronte e soprattutto per loro, per chi soffre, vuole che la musica non si fermi, che vengano incoraggiati i nuovi talenti, e che quelli già affermati, come il maestro Toscanini, suo amico, vadano avanti. Regala strumenti musicali ai bambini poveri e i biglietti del suo mega concerto ai soldati americani.

Per questa storia singolare il regista Stefhen Frears non poteva trovare cast migliore. Meryl Streep, soprattutto, sa farci divertire, stupire e commuovere. Rende perfettamente quanto Forence Florence Foster sia stata incredibile e reale, e quanto autentica la sua passione. Con lo sguardo perso ed infantile, riservato a St.Clair, al quale affida  paure e insicurezze   (anche solo sull’insalata di patate o i sandwich che non bastano ai ricevimenti). Sguardo, voce e movimenti sono in sintonia con l’entusiasmo e l’esuberanza durante gli incontri al circolo Verdi da lei fondato, i Tableau vivant nei quali si trova al centro con  pizzi, piume, lustrini, e persino ali da angelo (nella prima scena viene faticosamente  calata dall’alto sul palcoscenico), le lezioni di canto, le esibizioni per un il pubblico scelto da lei. Che dire poi della  naturalezza con cui indossa quei vestiti altrimenti improponibili?

Ed è perfettamente vera quando pronuncia la frase della vera Florence: “La gente può anche dire che non so cantare, ma nessuno potrà mai dire che non ho cantato.” Che determinazione!

Hugh Grant, dal canto suo, ha già dato diverse prove di cavarsela bene nei ruoli brillanti. Buona parte del film è sostenuta, insieme alla Streep, dalla bravura di Simon Helberg, attore comico e pianista. Ha dovuto penare un po’ nelle scene in cui suona seguendo i vocalizzi strazianti della cantante e nello stesso tempo interpreta l’imbarazzo di Cosme McMoon, il vero accompagnatore di Florence. Ma ne valeva la pena: il risultato è davvero divertente. Ottima la scelta di un attore che non debba far finta di suonare, così come quella della Streep che, oltre alle doti che già conosciamo, ha pure studiato canto e come dice il regista: “per riuscire a cantare male devi prima saper cantare”.

Accurate le ricostruzioni degli ambienti. Gli interni ispirati alla vera casa di Florence, diciamo in stile eclettico tendente al pacchiano; gli esterni tutti a Liverpool e non a New York, oggi quasi impossibile da trasformare in una se stessa degli anni ’40.

Con tutte queste aderenze al vero, il film di Stephen Frears risulta anche grottesco, ma senza mai scivolare nel patetico.

Margherita Fratantonio

  • Anno: 2016
  • Durata: 110'
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Genere: Biografico
  • Nazionalita: Gran Bretagna
  • Regia: Stephen Frears
  • Data di uscita: 22-December-2016

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers