La cosa (The Thing) è un film del 1982 diretto da John Carpenter, liberamente tratto dal racconto horror-fantascientifico La cosa da un altro mondo (Who Goes There?, 1938) di John W. Campbell, già alla base del film La cosa da un altro mondo (1951) prodotto da Howard Hawks.
La sceneggiatura tratta di un gruppo di ricercatori di una base scientifica americana in Antartide, alle prese con una forma di vita extraterrestre parassita, precipitata sulla Terra, con la facoltà di assumere le sembianze degli esseri con i quali viene a contatto, mutando continuamente aspetto. Per gli uomini della base il problema è scoprire di quale corpo di volta in volta l’alieno si è impadronito, il che svilupperà nel gruppo un forte senso di paranoia.
Inizialmente il film ebbe un modesto successo di pubblico, complice il fatto di essere considerato dai più un banale remake del già citato film di Howard Hawks. Un altro motivo fu la contemporanea uscita del film E.T. l’extra-terrestre di Steven Spielberg, cioè di un modo di rappresentare gli alieni nettamente opposto alla natura elusiva e terrificante della creatura di Carpenter. Tuttavia, negli anni a venire la pellicola è stata rivalutata positivamente dalla critica, elevandosi al rango di intramontabile cult della fantascienza e del fantahorror, classificatosi diverse volte come uno dei film più paurosi in assoluto. Per lo stesso Carpenter, che lo considera come il primo episodio della Trilogia dell’Apocalisse, è il preferito tra i suoi film.
La cosa è basato sul racconto breve Who goes there? (Chi va là?) di John W. Campbell, da cui già Howard Hawks nel 1951 aveva tratto il classico della fantascienza La cosa da un altro mondo. È proprio l’accostamento con questo film a offrire gli spunti di analisi più interessanti: nell’originale assistiamo alla reazione compatta del gruppo umano contro l’invasore alieno. Sconfitta la minaccia, il monito finale evoca le paure dell’epoca della guerra fredda Ditelo a tutti dovunque si trovino.
Dovunque, scrutate il ciel. Nel film di Carpenter si ha il capovolgimento esatto del meccanismo del film originale, come l’ambientazione che passi dal Polo Nord al Polo Sud (in Antartide). Questa volta il gruppo alle prese con la creatura si frantuma: la “cosa” in una continua metamorfosi della realtà esaspera la paranoia causata dall’impossibilità di distinguere l’umano dall’alieno, il reale dalla finzione. In aggiunta, l’ossessione del contagio e l’isolamento riescono a far saltare ogni rapporto interpersonale ed a far crollare la fiducia negli altri. La regola diventa quella dell’uno contro l’altro. Peraltro, il film di Carpenter è molto più aderente al soggetto letterario rispetto al film che Hawks ne aveva tratto, rispettando tempi e situazioni del racconto di Campbell. Il tema del film, nelle intenzioni del regista, verte sulla disgregazione dell’umanità e sulla diffidenza verso il prossimo, ma in realtà si spinge oltre, spostando il conflitto dall’interno dei rapporti umani all’interno dei corpi: la creatura li avvolge e li invade, penetra al loro interno deformando e lacerando ossa e tessuti, trasformandoli alla fine in rappresentazioni corporee grottesche e surreali