La pelle dell’orso
DI MARCO SEGATO,
NELLA PRIMA SETTIMANA,
SI È PIAZZATO QUARTO AL BOXOFFICE PER MEDIA COPIA
ED È IL SECONDO TITOLO ITALIANO PER MEDIA COPIA
CONTINUA IL SUO PERCORSO NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE
ESPANDENDO LA PROGRAMMAZIONE AL NORD
La pelle dell’orso, diretto da Marco Segato, ha ottenuto il quarto posto per media copia ed è il secondo film italiano per media copia nel boxoffice di questa settimana. Con 2748 euro per media copia, La pelle dell’orso si è collocato in classifica dopo La ragazza del treno, Doctor Strange e Non si ruba a casa dei ladri. Forte di questo incoraggiante risultato, il film di Marco Segato prosegue la sua programmazione nelle sale cinematografiche italiane raggiungendo nuove città nel Nord Italia (Bologna e Mantova), oltre a quelle dove è già in distribuzione, e raddoppiando le sale cinematografiche a Milano (dove al cinema Mexico si aggiunge il cinema Palestrina).
Uscito lo scorso 3 novembre, La pelle dell’orso è tratto dal romanzo omonimo di Matteo Righetto (Ugo Guanda editore). Opera prima del regista Marco Segato con Marco Paolini, Lucia Mascino, Paolo Pierobon e l’esordiente Leonardo Mason, è una produzione Jolefilm con Rai Cinema ed è distribuito al cinema da Parthénos. È stato realizzato in associazione con De Rigo Vision SpA, Credito Valtellinese S.c., Tasci srl, Destro Flavio, Orsoni Davide ai sensi delle norme sul tax credit e con Guido Maria Brera. Riconosciuto come film di interesse culturale con contributo economico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione generale cinema e con il sostegno della Regione del Veneto – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo e della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo.
Per conoscere le sale in cui è programmato il film: https://www.facebook.com/lapelledellorso/
Sinossi: Anni Cinquanta. Domenico è un ragazzino che vive in un piccolo paese nel cuore delle Dolomiti. Il padre, Pietro, ha cinquant’anni ma sembra più vecchio, consumato com’è dalla solitudine e dal vino; per vivere lavora nella cava alle dipendenze di Toni Crepaz, un impresario senza scrupoli. Il rapporto tra padre e figlio è aspro e difficile, i lunghi silenzi li hanno trasformati in due estranei.
Da qualche tempo la tranquillità del posto è messa a dura prova dalla presenza nella valle di un orso feroce che uccide e incute un terrore superstizioso: “el diàol”, il diavolo, lo chiamano i vecchi. Una sera all’osteria in uno scatto d’orgoglio, Pietro sfida Crepaz e dichiara che sarà lui ad ammazzare l’orso in cambio di denaro. Il giorno seguente, all’alba, Pietro s’incammina; Domenico decide di seguirlo.
Padre e figlio si immergono nei boschi, sempre più a fondo, fino ad esserne inevitabilmente trasformati. A poco a poco si riavvicinano e il muro che li separava si sgretola nell’immensità della natura.
Dichiara il regista: “Mentre leggevo La pelle dell’orso, il libro di Matteo Righetto da cui il film è stato tratto, ho subito pensato di aver trovato il soggetto ideale per raccontare la “mia storia”, quella di un viaggio al contempo fisico e spirituale, un’esperienza iniziatica per il giovane protagonista che lo spinge a riavvicinarsi al padre dopo anni di silenzi amplificati dall’assenza della madre e dalla vita dura di montagna. Rispetto al libro volevo disegnare un mondo più duro e complesso, e trovare un equilibrio tra il racconto di genere, le suggestioni fantastiche e l’intimità di un rapporto difficile tra padre e figlio. È nata così la sceneggiatura, scritta insieme a Enzo Monteleone e a Marco Paolini… Fin da subito ho pensato a Marco Paolini nel ruolo del padre e lui ha accettato una doppia sfida: quella di mettersi nelle mani di un regista esordiente e quella di indossare una maschera inedita, da costruire con silenzi e sguardi, in un film un po’ anomalo per i canoni del cinema italiano”.
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