Nata a Port Arthur nel 1943 e deceduta a Los Angeles ventisette anni più tardi, è stata inserita nella rivista statunitense Rolling stone al ventottesimo posto nella lista dei cento artisti più importanti della storia e al ventottesimo nella classifica del 2008 riguardante i cento cantanti più importanti di tutti i tempi.
Figura tragica e incompresa che ha emozionato milioni di ascoltatori e che non ha mancato di tracciare nuovi percorsi creativi nel corso della sua breve esistenza, Janis Lyn Joplin è stata raccontata da Amy Berg (candidata ai premi Oscar per Deliver us from evil e West of Memphis) nella quasi ora e quaranta di visione che costituisce Janis, documentario presentato fuori concorso presso la settantaduesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e distribuito nelle sale cinematografiche italiane a Ottobre 2015.
Prima ancora che Mustang Entertainment provvedesse a renderlo disponibile su supporto dvd per far sì che la storia della potente voce che ci ha regalato, tra le altre, Piece of my heart e Move over, potesse entrare a far parte della collezione privata di tutti i suoi fan (e non solo).
Il ritratto intimo di un’artista complessa, impulsiva e spesso assillata tra i cui narratori della versione italiana abbiamo la nostra Gianna Nannini – sua degna erede tricolore – impegnata a leggere vecchie lettere; man mano che, in mezzo a filmati di repertorio e interviste a parenti e amici (compresi, ovviamente, i musicisti che suonarono per lei), veniamo a conoscenza di aspetti non esclusivamente legati all’universo delle note ed alle esibizioni dal vivo.
Perché è vero che non sono assenti immagini di diverse sue ospitate nell’ambito di trasmissioni televisive e che non si dimentica neppure di tirare in ballo la partecipazione al Monterey Pop Festival, nel 1967, ma, tra una Cry baby e una Maybe, vi è anche il tempo di apprendere come la cara vecchia Joplin avesse un lato materno e femminile che, però, non riuscì mai a tirare fuori.
Complice anche il fatto che prendeva gusto a fare la cattiva ragazza sebbene non lo fosse e che si metteva sempre in cerca di guai; come testimoniato, inoltre, dalla distruttiva dipendenza dalla droga di cui finì schiava e che, ovviamente, rappresenta uno degli argomenti tirati in ballo nell’operazione.
Con registrazioni della mitica Summertime incluse nel mucchio… fino ai titoli di coda durante il cui scorrimento, tra gli altri, prendono la parola anche l’attrice Juliette Lewis e l’intramontabile John Lennon.
Francesco Lomuscio