Taxi Driver è un film del 1976 diretto da Martin Scorsese, scritto da Paul Schrader e interpretato da Robert De Niro.
Su Taxi Driver
Ambientato dopo la guerra del Vietnam a New York, tratta di un giustiziere con elementi neo-noir e da giallo psicologico. Valutato dalla critica e dal pubblico come uno dei capolavori del regista e del cinema contemporaneo. Lo sceneggiatore Paul Schrader ha affermato di essersi ispirato per le tematiche del film all’esistenzialismo europeo e in particolare a La nausea di Jean-Paul Sartre e Lo straniero di Albert Camus, oltre che a Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij e alla storia del criminale Arthur Bremer che tentò nel 1972 di assassinare il candidato democratico alle Presidenziali USA George Wallace. Particolarmente notevole l’interpretazione di Robert De Niro, definito dal giornalista americano Robert Kolker «l’ultimo degli eroi del noir nel mondo più noir che si possa immaginare». La giovanissima Jodie Foster vinse due BAFTA nel 1977 come Miglior attrice esordiente e Migliore attrice non protagonista (anche per Piccoli Gangster).
I premi
Il film ha vinto nel 1976 della Palma d’oro al 29º Festival di Cannes e candidato a quattro Premi Oscar, incluso quello di Miglior Film nel 1977. L’American Film Institute l’ha posto al 52esimo posto tra i 100 migliori film del cinema americano. Si trova al trentunesimo posto, ex aequo con Il padrino – Parte II, nella classifica dei migliori film di sempre redatta dai critici e pubblicata dalla rivista inglese Sight and Sound nel 2012, mentre in quella redatta dai registi si trova al quinto posto. Nel 1994 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
La recensione di Taxi Driver
Il climax della sparatoria finale era, per l’epoca, molto intenso e mantiene tutta la sua potenza visiva ancora oggi. Nel tentativo di evitare il massimo divieto della censura, Scorsese desaturò i colori della pellicola, rendendo il rosso del sangue meno appariscente. In alcune interviste rilasciate in seguito, Scorsese commentò che, col tempo, aveva apprezzato il cambiamento dei colori, considerandolo un miglioramento rispetto al girato originale (che non è possibile vedere perché andato perduto).
Suscitò molto scalpore, inoltre, la presenza della giovane Jodie Foster nella scena della sparatoria, considerata troppo forte per una ragazza così giovane. In diverse interviste l’attrice ha però rassicurato sul processo di realizzazione. Tutto fu eseguito con un occhio di riguardo per lei, che non ne rimase traumatizzata e che il backstage di preparazione degli effetti speciali suscitò in lei molto interesse. Nonostante nella versione originale del film l’età di Iris sia di 12 anni e mezzo, nel doppiaggio italiano l’età è diventata 13 anni. Con gli anni si sono sviluppate diverse teorie sull’epilogo del film, secondo cui le scene finali dopo la sparatoria sono il risultato dell’immaginazione di Travis in fin di vita. Inoltre, non appena Betsy lascia il taxi a pochi fotogrammi dai crediti finali, si può sentire uno strano suono e subito dopo Travis che aggiusta nervosamente lo specchietto retrovisore.
Commenti e aneddoti
Scorsese ha commentato i momenti finali del film. Ha detto che il rapido sguardo quasi nevrotico di Travis allo specchietto potrebbe rappresentare la possibilità che Travis possa soffrire di nuovo di depressione e scatti d’ira in futuro. Questo finale quasi aperto è stato paragonato a quello di Arancia meccanica di Stanley Kubrick, in cui Malcolm McDowell nei panni di Alex DeLarge sembra riconquistare il suo lato sociopatico nella sua battuta finale: «Ero guarito, eccome!». Secondo altri punti di vista il finale viene invece considerato come un epilogo letterale che appone la perfetta conclusione a Taxi Driver.
«Pregni di ironia, i cinque minuti finali sottolineano la volubilità del destino. I media trasformano Travis in un eroe, mentre se egli fosse riuscito nella sua intenzione di sparare al senatore Palantine, lo avrebbero descritto come un assassino. Quando il film si chiude, il misantropo è stato trasformato in un cittadino modello – qualcuno che affronta papponi, spacciatori e gangster per salvare una giovane ragazza».
La scena più famosa del film è probabilmente quella in cui Travis fa pratica con la pistola davanti allo specchio. Ed inizia un monologo in cui si rivolge alla sua immagine riflessa: «Ma dici a me? Ma dici a me? … Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui». Questa scena è stata completamente improvvisata da De Niro; il copione infatti diceva unicamente «Travis parla a se stesso allo specchio». A Scorsese piacque così tanto che decise di tenerla nel montaggio finale. De Niro ha inoltre lavorato come tassista nei sei mesi antecedenti alle riprese, e ha studiato le malattie mentali.