Sinossi: È la vigilia del 4 luglio e tutti gli alimenti di un supermarket della catena Shopwell’s si preparano ad andare nel “Grande Aldilà”, sorta di paradiso al quale credono di essere destinati una volta scelti e messi nel carrello da quegli umani che loro vedono come Dei. Tra di loro ce n’è uno in particolare, il wurstel Frank, che sogna di poter stare finalmente insieme alla sua fidanzata, un panino da hot dog di nome Brenda. Frank vive in un pacco di salsicce con i suoi due migliori amici Barry e Carl, anch’essi ansiosi di poter sperimentare la vita nel Grande Aldilà. Ma, proprio mentre il loro sogno sta per realizzarsi, un vasetto di mostarda precedentemente acquistato e poi riportato indietro e rimesso sugli scaffali interrompe i festeggiamenti e racconta, in evidente stato di agitazione, che il Grande Aldilà non è per nulla ciò che essi sono stati portati a credere.
Recensione: Per chi non lo avesse già capito ai tempi di Facciamola finita e The Interview, ci ha pensato la recente incursione nella serialità televisiva con The Preacher a chiarire come Seth Rogen e il suo sodale Evan Goldberg siano ormai liberi di scrivere e produrre più o meno tutto ciò che gli passa per la testa. Anche l’idea più bislacca, come ad esempio un folle film di animazione per adulti che ha per protagonista un wurstel che vive sognando il momento in cui finalmente sarà libero di entrare nella sua fidanzata/panino.
Se però l’estetica di base è evidentemente tutta fondata su un’allegoria sessuale che alcuni potrebbero anche definire grossier poi, come spesso accade nei progetti che vedono impegnato l’ex attore feticcio di Judd Apatow, anche qui si finisce con il parlare d’altro. Nello specifico di religione – nell’eterna lotta tra la fede cieca e l’ateismo più dubbioso – di fondamentalismi, di razzismo e di prese di coscienza del proprio ruolo in un disegno più ampio.
L’unicità di Rogen e Goldberg nel trattare argomenti anche spinosi utilizzando il filtro del politicamente scorretto – che ci si voglia credere o meno, The Interview fu causa di un quasi incidente diplomatico tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord – in Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia non solo è intatta, ma si fa addirittura più sottile. Se il film si apre infatti con un momento musicale che paga pegno alla migliore tradizione Disney (sebbene la prima parola pronunciata sia un secco fuck), dopo una prima parte per lo più introduttiva dei personaggi lo humour selvaggio degli autori prende gradualmente possesso del film attraverso autentiche iniezioni di comicità anarchica. Succede quindi che il villain di turno sia una lavanda vaginale incattivita perché, durante una caduta accidentale, la sua cannula si è danneggiata o che si assista agli accesi scambi verbali tra un bagel e una pita (Sammy Bagel Jr. e Abdul Kareem Lavash) in cui vengono messi alla berlina molti dei principali cliché relativi allo scontro ideologico tra Israele e Palestina. Fino a un finale che ci guarderemo bene dallo svelare in cui la follia letteralmente deflagra in un’orgia visiva concertata in maniera sublime.
La sfrenata verve degli autori non si risolve solo in una ridda di battute sboccate, ma anche nel ricorso a una rappresentazione della violenza che di rado si vede nel cinema di animazione; basti come esempio la scena in cui una donna taglia a pezzetti e cuoce buona parte dei personaggi del film dimostrando loro che il Grande Aldilà non esiste affatto. Così come l’altro topos del cinema di Seth Rogen, ovvero l’alto tasso di citazionismo, che – a partire da La collina dei conigli di Richard Adams a fungere da griglia narrativa al tutto – raggiunge il suo apice nella scena della caduta dal carrello della spesa che idealmente ricalca il ralenty tipico dei momenti più concitati di qualsiasi disaster movie e nel personaggio di un chewing gum masticato che deambula su una minuscola sedia a rotelle e che così tanto ricorda l’astrofisico Stephen Hawkins. Per non parlare poi del polpettone che, in una sequenza, intona la hit “I’d Do Anything For Love” di Meat Loaf.
Tutto questo per dire che Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia è una delle cose più divertenti che vi possa capitare di vedere quest’anno. Un compendio di comicità scurrile (ma mai realmente volgare) che solo incidentalmente assume la forma di un cartoon e che nulla ha a che fare con l’universo dell’entertainment per l’infanzia. Ed è bene ribadire quest’ultimo concetto, giusto per risparmiare a eventuali genitori distratti di figli piccoli una pessima sorpresa una volta che si siano spente le luci in sala.
Fabio Giusti