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Festival di Roma

Festa del Cinema di Roma: Kubo e la spada magica di Travis Knight (Alice nella città)

Meraviglioso esempio di comunicazione emotiva fatta di animazione, colori, voci bellissime e ironia, il cartone diretto da Travis Knight, Kubo e la spada magica, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città. Veramente encomiabile la capacità di rivolgersi a dei bambini potendo toccare con delicatezza temi drammatici e spaventosi come morte, perdita, separazione e solitudine, rendendoli accessibili e soprattutto affrontabili, sopportabili

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Meraviglioso esempio di comunicazione emotiva fatta di animazione, colori, voci bellissime e ironia, il cartone diretto da Travis Knight, Kubo e la spada magica, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città. Veramente encomiabile la capacità di rivolgersi a dei bambini potendo toccare con delicatezza, quanto con altrettanta verità e potenza visiva e di contenuti, temi drammatici e spaventosi come morte, perdita, separazione e solitudine, rendendoli accessibili e soprattutto affrontabili, sopportabili. Perché in realtà i bambini sono i più bravi a gestire le cose peggiori, quelle più terrificanti e dolorose, loro hanno una forza d’animo talmente pura e potente da riuscire a trovare sempre un modo per rimanere in piedi continuando a emozionarsi e a far scorrere tutta la linfa vitale che li attraversa, senza creare delle sovrastrutture con le quali difendersi, semplicemente padroneggiando con meravigliosa maestria gli straordinari strumenti di cui sono in possesso. Così, quando sono soli e sofferenti, usano in modo eccezionale la loro immaginazione, rendendola in tutte le sue innumerevoli forme un fedele compagno e un antidoto contro la solitudine.

Kubo è un piccolo incredibile coacervo di energia e affetto che si ritrova ad affrontare un mondo in cui la soluzione per riempire il vuoto lasciato dai genitori è raccontare delle storie, storie di eroi e di battaglie bellissime, storie in cui mamma e papà tornano insieme e lo proteggono, si punzecchiano, mangiano al suo fianco tenendolo tra loro, in cui può ancora sentire il loro affetto e la loro compagnia. E nelle sue preziosissime storie riesce a dare una spiegazione alla morte rendendola tollerabile, creando un mondo dove degli uccellini azzurri volano portando con loro le anime di chi non c’è più e cantano il modo in cui sono morte, così che non spariscano e basta, ma si trasformino. E allora, potrebbe sembrare che Kubo si nasconda dalla perdita, che non sia in grado di concepire una fine e che si racconti qualcosa in cui la fine non è prevista. E invece no, lui non fa questo, lui se la prende tutta la perdita, ne assapora tutto il dolore, si fa prendere a calci e si fa spazzare via dalla vita, ma si rialza sempre, pronto a dirsi e a dire a tutti che tutte le storie hanno una fine, sì. Che la fine c’è. Ma che ciò che nessuno potrà mai portarci via è la memoria, i ricordi, che qualsiasi cosa bella o brutta rimarrà viva sempre nei nostri ricordi, e allora una storia bella può finire ma rimane una storia felice. E finché ci sarà una storia da raccontar e condividere, e chi la ascolta potrà ancora raccontarla e condividerla a sua volta, nessuno, nessuno mai morirà. E non è vero che, come tanti adulti imparano a fare presto, sei perfetto e puoi affrontare il mondo soltanto se sei cieco rispetto a quello che provi, se sei duro, freddo, cinico, no, anzi. È accogliendo e assaporando ogni emozione, vivendo il dolore, la povertà, la morte, la malattia, che diventi forte.

Poi ancora e soprattutto, a più riprese, il film riesce a comunicare in modo cristallino e intenso il concetto di empatia, e non solo riesce a spiegarlo ma ne rende perfettamente il valore e l’importanza,  l’imprescindibilità. L’unico occhio di Kubo gli serve per vedere negli occhi degli altri la loro anima, il loro amore, ed è questo che lo rende forte, forte di una forza che chi è cieco e non è in grado di far questo non avrà mai. La mamma di Kubo, che dapprima era cattiva e cinica, diventa umana, acquisisce capacità di amare, quando vede l’umanità negli occhi del padre, e allora vi riconosce la propria. Perché per ogni orribile cosa che c’è nel mondo, ce n’è una meravigliosa. E quindi se non sei cieco e puoi vedere nell’anima delle persone, se potrai ricordarle, la tua umanissima e imperfetta  vita sarà sempre degna di essere vissuta. Se invece lo sei, se sei cieco e ti sei dimenticato tutto, la condizione di maggiore oscurità, quella terribile in cui sei solo nel buio, la speranza è che trovi sempre qualcuno che ti racconti delle storie, che ti aiuti a ricordare e che ti parli di del mondo, di te e di sé.

Tutto questo è reso in modo incredibile, con un linguaggio accessibilissimo a chiunque, che arriva alla semplicità e all’inesperienza della mente di un bimbo, e glielo dice senza risparmiargli la verità ma anche con allegria, facendolo ridere, ed è in grado di superare il distacco e le inevitabili strutture difensive che fanno parte del senso di sé di chi ha vissuto e sofferto, arrivando al cuore di un adulto.

Davvero un gran regalo che vale la pena farsi e fare a chiunque si voglia bene.

Roberta Girau

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  • Anno: 2016
  • Durata: 101'
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Genere: Animazione
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Travis Knight
  • Data di uscita: 03-October-2016