‘La Notte di San Lorenzo’ è il nono film diretto dai fratelli Taviani, affresco della campagna toscana dell’agosto del 1944.
Il film fa da sfondo ad uno dei tanti drammi della seconda guerra mondiale, raccontato guardando però alle tenerezze, alla buona volontà, agli eroismi e alla paura della gente comune. È inoltre la prima occasione di collaborazione dei due registi con Nicola Piovani.
Presentato in concorso al 35º Festival di Cannes, ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria e il premio della giuria ecumenica. Gli eventi narrati nel film possono richiamare le drammatiche vicende della Strage del Duomo di San Miniato originariamente attribuita all’esercito tedesco.
‘La Notte di San Lorenzo’: La Guerra e la sua Crudeltà
È l’estate del 1944, il paese di San Martino (nome di fantasia che richiama San Miniato, città d’origine dei registi) è nel mezzo della guerra di Resistenza. I nazisti all’approssimarsi delle truppe Alleate ordinano a tutta la popolazione di riunirsi nel duomo. Un gruppo di uomini, donne e bambini, guidato dal fattore Galvano, temendo una possibile trappola, decide di fuggire. E abbandona il paese col favore della notte, per andare incontro agli americani che arrivano da sud. Poco dopo nella chiesa ha effettivamente luogo la temuta strage perpetrata dai nazisti.
Mentre i fuggitivi si trovano in un campo a raccogliere il grano con un gruppo di contadini legati alla resistenza vengono attaccati da un gruppo di fascisti, tra cui Marmugi, con il figlio quindicenne e il Giglioli. Dopo una scaramuccia sanguinosa i fascisti sopravvissuti mostrano la loro codardia uccidendo a sangue freddo alcuni sopravvissuti di San Martino (Nicola, Dilvo, una coppia di anziani) e venendo poi a loro volta uccisi dagli altri del gruppo. Gli scampati allo scontro riparano in un cascinale dove trascorrono la notte e Galvano corona il suo sogno d’amore con la cugina Concetta. All’alba giunge la notizia dell’arrivo degli Alleati. È la Liberazione, i sopravvissuti fanno insieme ritorno a San Martino, tranne Galvano che resta a riflettere sotto la pioggia nell’aia del cascinale che li ha ospitati per la notte.
La Sensibilità dietro le Location
‘La Notte di San Lorenzo’, scritto con Tonino Guerra “in continua oscillazione tra ricordi personali e memoria collettiva, cronaca e fantasia, epica ed elegia” è una rilettura della strage del Duomo di San Miniato, con l’attenzione rivolta soprattutto ai pensieri, alle parole e ai gesti della “povera gente”. I fratelli Taviani avevano già girato nel 1954 un documentario sulla strage denominato San Miniato luglio ’44. Il loro padre, di professione avvocato, partecipò ai lavori della prima commissione di inchiesta comunale sulla strage.
I fratelli Taviani girarono l’opera a San Miniato e nelle campagne circostanti. Tuttavia la facciata e l’interno della chiesa rappresentata nel film non sono quelli del Duomo ma appartengono alla collegiata di Sant’Andrea di Empoli. Utilizzarono questa location perché si riteneva che l’impatto emotivo del vero duomo, per i sopravvissuti alla strage (e per la curia arcivescovile, che viene accusata nel film – si scoprì dopo ingiustamente), fosse ancora troppo forte. Stesso motivo per cui il nome del paese mutò in San Martino.