Derivato nel 1963 dall’omonimo romanzo premio Nobel di William Golding, ha avuto ventisette anni dopo anche un rifacimento a colori per mano di Harry Hook.
Accompagnato da una sezione extra costituita da galleria fotografica, trentuno minuti di intervista al regista Peter Brooke e quasi tre di scene inedite, Il signore delle mosche rivive finalmente su supporto dvd italiano, con tutto il suo splendido bianco e nero, grazie a Sinister Film.
Un classico sempre poco citato che, riallacciandosi al mito del Robinson Crusoe nato dalla penna di Daniel Defoe, parte dall’evacuazione degli studenti di un prestigioso college disposta dalle autorità inglesi a causa del pericolo di una catastrofe nucleare.
Studenti che, però, finiscono su un’isola disabitata dell’oceano Pacifico dopo la caduta dell’aereo che avrebbe dovuto portarli in salvo, ritrovandosi a dividersi – sotto la guida del moderato e riflessivo Ralph alias James Aubrey – in squadre spartendosi i compiti di costruire capanne, procurarsi cibo e mantenere acceso un fuoco.
Una lotta per la sopravvivenza destinata, purtroppo, a cambiare nel momento in cui, subentrate la stanchezza e la pigrizia, la fino ad allora funzionale e razionale organizzazione comincia a lasciare spazio alla violenza della combriccola che, invece, preferisce seguire le idee dell’irruento Jack incarnato da Tom Chapin; con la conseguenza di una tragica e cruenta escalation generata dal fatto che i nuovi capi, regrediti ad uno stato d’istintualità primordiale, non esitano a spadroneggiare sui più deboli.
Perché, raccontando il mondo degli adulti utilizzando, però, figure di adolescenti, è la divisione della società quella metaforicamente inscenata nel corso della imperdibile ora e venti di visione; al cui interno, tra intolleranza a seguito di una situazione di emergenza, situazioni piuttosto crude, ignoranza e impulso prevaricatore, è anche il linguaggio piuttosto sboccato sfoderato dai giovanissimi protagonisti (scelta decisamente coraggiosa e all’avanguardia per l’epoca di realizzazione della pellicola) a rendere ancor più innovativa quella che è, in sintesi, una favola antropologica relativa alle pulsioni autodistruttive della razza umana.
Ma non si tratta dell’unico fondamentale recupero dal dimenticatoio operato da Sinister, in quanto, con il trailer cinematografico quale contenuto speciale, provvede a rendere disponibile su disco digitale RX-M Destinazione Luna, datato 1950 e non 1970 come erroneamente riportato sul retro della fascetta.
Interpretato, tra gli altri, dal mitico Lloyd Bridges e dalla Osa Massen de L’inarrivabile felicità e diretto con professionalità dal prolifico Kurt Neumann (del suo vasto curriculum citiamo Kronos il conquistatore dell’universo e L’esperimento del dottor K.), un fanta-movie che prende il via da un razzo partito alla volta della Luna, ma spinto sulla rotta per Marte in seguito ad un malfunzionamento dei motori provocato da una pioggia di meteoriti.
Una brutta avventura che conduce i quattro uomini e la donna che costituiscono l’equipaggio a scoprire che il pianeta rosso è popolato da esseri simili ai terrestri, ma che, selvaggi e ridotti allo stato primordiale, non mancano di aggredirli, provocando la morte di due elementi della combriccola e il ferimento di un terzo.
Man mano che i sopravvissuti arrivano a tentare un disperato ritorno sulla Terra fuggendo dal posto e che, con un finale decisamente pessimista che non può fare a meno di apparire inconsueto nel panorama cinematografico di genere degli anni Cinquanta, l’operazione si rivela – come Minaccia atomica di John e Roy Boulting e Ultimatum alla Terra di Robert Wise – tra i pochi esempi di sci-fi interessati a diffondere un messaggio pacifista e, al tempo stesso, ammonitore nei confronti del pericolo atomico.
Del resto, il film venne messo in piedi appena quattro anni più tardi del tragico lancio delle bombe di Hiroshima e Nagasaki.
La domanda, quindi, sorge ora spontanea: trascorrerete la vostra serata casalinga dinanzi allo schermo piatto travolti dalle imprese dei ragazzini brookiani di cui sopra o lanciandovi lontano dal globo terrestre, lassù, tra le stelle?
Francesco Lomuscio