“Una trama semplice per una realtà cruda rappresentata da Nicolas Refn senza forzature ed edulcorati lirismi, a vantaggio di una sceneggiatura solidissima con un budget quasi ridicolo”.
Il TekFestival 2010 dedica il suo “focus” al regista danese Nicolas Winding Refn, classe 1970, con ben quattro film: Pusher (1996), Fear X (2003), Valhalla Rising (2009), Bronson (2009).
Tutte storie che vivono tra le maglie del crimine, destini sudici e tempi mitologici. Pusher, primo capitolo di una trilogia, per una settimana segue le orme, letteralmente con camera in spalla, di Frank, spacciatore di media tacca a Copenaghen, e del suo entourage, realistico, spietato e disperato. Un giorno da Milo, un trafficante serbo, Frank compra a credito una grossa partita di eroina, ma per un imprevisto perderà merce e danaro e la corsa contro il tempo avrà dinamiche disastrose. Una trama semplice per una realtà cruda rappresentata dal regista danese senza forzature ed edulcorati lirismi, a vantaggio di una sceneggiatura solidissima con un budget quasi ridicolo.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, nonostante il deja vu di certo cinema di genere, musiche hard di grande impatto emotivo e dialoghi essenziali. Attorno alle cronache di poveri borderline, vive una Copenaghen non miniatura graziosa, ma attraversata da appartamenti fatiscenti, locali sotterranei e claustrofobici, fotografie torbide e sgranate. Cinema di pochi mezzi, ma giuste idee e infinita passione. A seguire: Pusher 2- With blood on my hands (2004) e Pusher 3- I am the angel of Death (2005), imperniati rispettivamente su altri due personaggi del primo Pusher, Tonny e Milo, e inspiegabilmente passati inosservati dalla distribuzione italiana.
Non solo in Danimarca c’è del marcio.
Natasha Ceci
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